In ottemperanza al Dpcm dell’8 marzo 2020, che reca ulteriori misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale, la mostra rimarrà chiusa fino al 3 aprile 2020.
“L’arte possiede una capacità prodigiosa di esprimere, oltre l’autentico, il religioso, il divino, il cristiano”. Queste le parole di Paolo VI che riconosce all’arte e al suo misterioso processo la possibilità di farsi tramite e incarnazione dell’invisibile, di ciò che non si può afferrare solo con la razionalità. Da queste riflessioni nasce la prima raccolta di 900 opere (inaugurata nel 1973) di autori contemporanei, di cui la Francia risulta essere la nazione con la collezione più ricca e preziosa.
La mostra “Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani”, suggella nuovamente il legame fra i Musei Vaticani di Roma e il Museo Diocesano di Milano. La collaborazione fra le due istituzioni era iniziata nel 2018 con la mostra dedicata alla Passione di Gaetano Previati (1852-1920), -maestro della corrente del divisionismo italiano- occasione in cui era stata eccezionalmente esposta al pubblico anche la Via Crucis (1901-1902) che da cinquant’anni nessuno più vedeva nella sua interezza e che appartiene alla collezione dei Musei Vaticani. La mostra su Previati presso il Museo Diocesano di Milano nel 2018, grazie all’iniziativa di Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, ha permesso ai Musei Vaticani nel 2020 di attuare una grande retrospettiva per il centenario dalla morte del pittore, che sarà ospitata nel cuore del Vaticano, presso il Braccio di Carlo Magno da aprile fino all’estate inoltrata, in cui trovano posto anche la Via Crucis e la Salita al Calvario. Anche una piccola ma significativa mostra è stata veicolo di approfondimenti e ricerca.
Da quel momento si è deciso di proseguire la fruttuosa collaborazione che ha visto la nascita dell’attuale mostra “Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani”. Il tema, fortemente identitario per l’istituzione milanese, è stato sviluppato attraverso un percorso innovativo, con opere mai esposte prima.
La mostra apre la sua prima sala con un omaggio alla Vergine Maria e Gesù Bambino. Le xilografie di Maurice Denis -che introducono la narrazione con le illustrazioni dell’Annunciazione- sono messe in relazione con la rappresentazione delle tre crocifissioni di Gesù Cristo sul Golgota (nella seconda sala) di Georges Rouault e Henri Matisse. Sempre nel primo ambiente troviamo anche le intime rappresentazioni della relazione tra Madre e Figlio per mano di Matisse e Léonard Foujita (1886-1968), artista giapponese naturalizzato francese convertitosi al Cattolicesimo. Infine la terza sala, in cui si raggiunge l’akmè della mostra, ci restituisce la sofferenza di Cristo in croce.
Qui si incontrano i capolavori di Marc Chagall, Jean Fautrier, Henri Matisse e le graffianti incisioni di Bernard Buffet. Il percorso si chiude con la Resurrezione di Emile Bernard e il grande trittico di George Desvallières che raffigura il volto del Cristo appoggiato sul velo della Veronica grondante di sangue, tenuto in gloria da delle figure angeliche. Quest’opera era stata realizzata per una esposizione effimera, l’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Parigi del 1925. Oggi la grande tela è stata re-intelata e incorniciata appositamente per l’occasione. Le xilografie di Maurice Denis (L’Annonce faite à Marie, 1927), le due Madonne di Matisse (La Sainte Vierge, 1951) e una serie di Bernard Buffet (La Passion Du Christ, 1954) sono opere mai esposte che vengono da particolari collezioni; uno dei tre Chagall in mostra (Crucifixion grise, 1970) è esposto per la prima volta, montato e incorniciato appositamente per questa esposizione. Anche la mano di Rodin trova posto in questa mostra dopo quindici anni. La mano di Dio tiene fra le sue grandi dita i corpi abbracciati di Adamo ed Eva, iconografia completamente rinnovata.
L’importanza di questa collezione è sottolineata dalla crucialità di quegli anni a cavallo fra ‘800 e ‘900 in cui gli artisti sono chiamati a rispondere alle esigenze della società moderna e contemporanea e fare arte sacra proprio in un periodo in cui le immagini figurative cambiano. Grazie alle importanti amicizie coltivate da papa Montini (Paolo VI, 1897-1978) col paese transalpino, come quella con Jacques e Raissa Maritain, Jean Guitton e a numerose frequentazioni artistiche con Georges Rouault, Marc Chagall, Gino Severini, Maurice Denis, Alexandre Cingria, Jean Cocteau e con l’ambiente surrealista, il pontefice è riuscito a formare un’importante collezione di opere d’arte contemporanea.
Oltre venti opere di Paul Gauguin, Auguste Rodin, Marc Chagall, Georges Rouault, Henri Matisse ed altri protagonisti dell’arte francese a cavallo fra XIX e XX secolo, provenienti dalla Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, ripercorrono i temi della Passione, del Sacrificio e della Speranza. A inizio ‘900 le grandi avanguardie si distaccano sempre più dalla tradizione della fede. Questi pittori, invece, continuano a riproporre temi fortemente legati ad una tradizione antica e li svolgono con un coraggio raro. La necessità di rispondere a domande sempre più urgenti poste dalla società moderna spinge gli artisti a riflettere e sperimentare stili, linguaggi, espressioni e tecniche differenti, ognuno dando una sua personale interpretazione ai temi. Tradizione e innovazione, passato e modernità convergono e si integrano.
Informazioni utili:
Museo Diocesano, Milano
Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani
dal 21/02/2020 al 17/05/2020