Per gli appassionati di argenti, Tommaso Teardo responsabile Wannenes per il dipartimento Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa ci racconta la storia di una caffettiera in argento dell’Ottocento che andrà in asta a maggio
«Il 2020 significa per me dieci anni di aste; ne ho visti parecchi di oggetti. Ad ogni vendita all’incanto, non lo nascondo, vi è sempre stato un lotto “preferito” (non sempre è stato aggiudicato o non come mi aspettassi).
Anche per la prossima, il “preferito” mi è ben chiaro: si tratta di una caffettiera in argento eseguita a Roma, intorno al 1820-1830, dal famoso ed importante argentiere Pietro Paolo Spagna.
Cosa fa un esperto di casa d’aste quando si trova un oggetto in argento davanti a sé? Guarda come l’oggetto è stato costruito, lo tocca in ogni parte (anche ad occhi chiusi, lo consiglio), trova quelle caratteristiche che lo rendono “speciale”, verifica con il contafili la presenza dei punzoni e, in ultimo, fornisce una indicazione di prezzo.
Perché questa caffettiera mi ha colpito?
Come prima cosa l’imponenza ed il peso: 1800 grammi per 30 centimetri di altezza. Non sono molte le caffettiere che hanno questi numeri. La forma a pera con bombatura accentuata e collo allungato, la superficie centinata, il coperchio con presa naturalistica, il sinuoso manico in legno a voluta con attacchi in argento, il boccaio a becco zoomorfo ma soprattutto i tre piedini; sono eseguiti in fusione con un attacco naturalistico e terminanti a ricciolo. Un’opera d’arte. I tre piedini sono rari nel vasto repertorio delle caffettiere romane del XVIII e XIX secolo. I punzoni sono presenti sul bordo del collo e su quello del coperchio: il bollo camerale e quello in losanga dell’autore. Celebre è la provenienza ovvero la collezione Petochi di Roma. L’impianto è decisamente settecentesco, non vi sono elementi che rimandano al XIX secolo; molto probabilmente è stata eseguita su commissione, richiamando una tipologia gradita al committente con la personalizzazione dei piedini.
Per uno storico ed un collezionista tutte queste caratteristiche sono oggetto di estremo interesse; aggiungiamone un’altra ancora, ovvero il nome del maestro che ha eseguito questo splendore, Pietro Paolo Spagna (Roma 1793/1861); discendente da una stirpe di grandi argentieri romani, diventa maestro argentiere il 15 aprile 1817 e dirige la bottega che fu di Giuseppe Valadier, da lui rilevata in quell’anno. Tra le sue tante opere sono da ricordare in particolare la bellissima caffettiera con lo stemma Borghese, oggi conservata al Metropolitan Museum di New York, ed il grande ostensorio nella chiesa di S. Agostino in Roma.
Spero di essere riuscito ad esprimere in parole quello che sento della caffettiera; devo aggiungere, però, un’ultima cosa (ultima per cronologia ma non per importanza), ovvero la stima, 15.000 – 20.000 euro.
Non credo ci sia altro da aggiungere a buon intenditor poche parole».