Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Barbara De Vivi
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
La mia quarantena è un po’ particolare perché non mi trovo nella mia casa.
Poco prima che la situazione si aggravasse sono partita per l’Inghilterra dove ho ottenuto uno studio presso Breeze Creatives a Newcastle. Il lockdown nel Regno unito è iniziato solo recentemente e quindi ho avuto modo di lavorare per un po’ nel nuovo studio.
Da poco ho riportato i materiali nella casa dove vivo a Durham e sto creando una piccola postazione per dipingere in salotto.
Devo ancora organizzare il lavoro e capire come riadattarlo allo spazio domestico. Sicuramente ridimensionerò i formati e probabilmente mi concentrerò maggiormente sulle fasi preparatorie di studio e progettazione.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Nella mia giornata si alternano due scenari. La casa, dove il silenzio è scandito dal ticchettare dei tasti del computer del mio ragazzo e del suo coinquilino, e il bosco, che posso raggiungere attraverso un cimitero senza passare per la città.
In entrambi gli ambienti il tempo è sospeso e i giorni si susseguono uguali.
Ciò che mi dà la percezione del procedere del tempo è lo svolgersi della trama del libro che sto leggendo così che la vita nel romanzo appare più reale di quella in cui agisco.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Sto approfittando di questo nuovo tempo dilatato per dedicarmi agli aspetti collaterali del mio lavoro che normalmente tendo a procrastinare. Sto lavorando al mio sito internet e sto riorganizzando le idee su alcuni aspetti che sono emersi nella mia ricerca provando a metterli per iscritto. Colgo l’occasione di quest’immobilità forzata per rallentare il ritmi di lavoro e prendermi del tempo per riflettere su ciò che ho fatto e su come proseguire.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Quando saremo nuovamente liberi di muoverci tornerò a Venezia.
Vorrei semplicemente vedere la mia famiglia e bere uno spritz con i miei amici, seduti al sole.