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Addio al pittore Chuck Close, maestro del ritratto iperrealista

Chuck Close, Mosaico, 2017
Chuck Close, Mosaico, 2017

Noto per i grandi ritratti iperrealisti, Chuck Close è stato uno dei pittori più rappresentativi dell’arte americana contemporanea.

Il mondo dell’arte perde una delle sue figure più grandi della sua contemporaneità: Chuck Close. L’artista statunitense si è spento nella notte di giovedì 19 agosto in un ospedale di Oceanside, nello stato di New York. Aveva 81 anni. Pittore e fotografo noto per le tecniche usate per dipingere il volto umano e i suoi ritratti fotorealisti su larga scala, Close era diventato famoso grazie a quadri iperrealisti che avevano offuscato la distinzione tra fotografia e pittura.

Nato a Monroe nel 1940, compì gli studi alla University of Washington a Seattle e alla Yale University. Dopo il master, il talento pittorico di Chuck Close si è subito concentrato sulla pratica del ritratto. Celebri le opere dedicate agli amici artisti tra cui il pittore Joe Zucker, lo scultore Richard Serra e il compositore Philip Glass.

Nel 1988 una malattia, che lo costringe a una semiparalisi, sconvolge la sua arte e la sua vita. Close non abbandona, tuttavia, la sua attività e continua a dipingere, prima tenendo il pennello tra i denti e in seguito, recuperato il parziale uso delle braccia, legandosi il pennello alla mano.

Inevitabilmente i suoi quadri perdono la precisione irreale che li aveva caratterizzati, ma diventano vibranti e frastagliati. Close mette a punto una serie di tecniche tramite cui scomporre l’immagine, una griglia definita da diversi quadratini a se stanti, capaci di racchiudere universi individuali. Osservati nella sua interezza, essi vanno però a definire un’immagine somigliante del soggetto ritratto.

Quattro anni fa il suo carattere burrascoso lo portò al centro di una brutta polemica: diverse donne, tra cui alcune che si erano recate nel suo studio per posare, lo hanno denunciato per molestie sessuali, in vari momenti intercorsi tra il 2005 e il 2013. Il caso gli costò una mostra alla National Gallery of Art di Washington.

Nel corso della sua carriera è stato oggetto di più di 150 personali e ha preso parte a quasi 800 collettive.

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