Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Jacopo Rinaldi
Come passi la giornata, dove e come lavori? A cosa stai lavorando?
In questo momento lavoro e vivo a Roma. Rispetto a prima passo molto più tempo online. Per evitare di perdermi nei social cerco di ascoltare musica e podcast. Ho iniziato il mio primo audio book per riuscire a concentrarmi sul lavoro perché mi piace ascoltare e disegnare insieme. Volevo lavorare su qualcosa di costante e ripetitivo e per questo ho iniziato un’animazione con 12 disegni al secondo ma non so se avrò la pazienza per portarla a termine.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Ora che non ho un lavoro che mi fa alzare la mattina il mio sonno è spostato di tre ore nette in avanti: non vado più a letto a mezzanotte ma alle 3. Se sento un’ambulanza difficilmente mi riaddormento. Ho rallentato tutto ma a un ritmo più costante. Ho la fortuna di passare molto tempo con un gatto che non ne può più di avermi vicino.
Leggere, scrivere, riflettere.
Leggo molto online ma in modo frammentario. Mi stanco di tutto e per questo non riesco a finire i libri o vedere serie televisive. Sto scrivendo un pezzo su questa quarantena che mi sta aiutando a metabolizzare quello che stiamo vivendo. Procedo lentamente aggiungendo poche parole ogni giorno.
Prima cosa che farai quando finisce quarantena?
Penso che la prima cosa che farò quando finirà la quarantena sarà prendere un caffè al bar. Poi mi sa che torno a casa.