Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Michele Bubacco
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Se nel primo momento, nei primi giorni, mi è parsa una possibile parentesi, adatta a restaurare, solidificare, imbonire il percorso recente, facendo ordine e calcolo tra gli appunti, ricalibrando il tiro di ciò che è antecedente alla pittura in studio: progetti, disegni, foto. In realtà lavorando a casa, ho lasciato andare a ruota libera l’esperienza tattile, piuttosto che la ragione, ricreando una sorta di possibile incognita e sorpresa.
Dipingo su tele che erano già dipinte ed appese a casa, su palloncini che poi o volano urlando per la stanza o esplodono, rinfrescando il ritmo. Disegno su fogli di carta, rimanendo mezzo disteso sul divano ad un occhio esterno potrebbe sembrare un esercizio di pigrizia.
E’ da giorni che guardo lo stendino con la roba che asciuga sopra ,ma credo che lo risparmierò. Tutto il giorno sto con mio figlio Vico, lui ha quattro anni, in maniera sistematica se inizio qualcosa, passa in mano sua, questo sollecita l’imprevisto, riusciamo a passare le giornate tra curiosità, fiducia e scherzo.
Le immagini che vengono fuori sono bastarde nel medium e di durata effimera. Le registro con la fotocamera del telefono ed alcune le stamperò per poi riprenderle con la pittura.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Cercando di continuo un rimbalzo su qualcosa, radio, streaming vari ,documentari ,video, cazzate, tutto questo brusio si rovescia addosso. Trovo una sorta di silenzio in realtà solo quando sono all’unisono con qualcosa che mi interessa.
Mi sento in differita, sono chiuso a Vienna, ma ascolto l’Italia.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Ho preso in mano un libro di ricette di dolci, me lo lasciò mia nonna, un passaggio di testimone, lei era molto brava, mi risveglia tanti ricordi e voglia di far bene, quindi faccio un dolce al giorno, non mi vengono granché, ma comunque finiscono in fretta.
Tra l’altro circa un mese fa mescolavo la pittura ad olio con farina e mentre ora mescolo l’impasto per la torta mi dico che buona densità sarebbe per la pittura.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Non so, deciderò al momento, mi manca il mare. Ma tra il dire e il fare…