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World Press Photo 2020 in nome della rivolta: tutti i vincitori

© Yasuyoshi Chiba, Giappone, Agence France-Presse Straight Voice Un giovane illuminato da cellulari recita una poesia mentre altri manifestanti recitano slogan per chiedere un governo civile invece di quello militare, durante un blackout a Khartum, in Sudan, il 19 giugno 2019. Le proteste dei mesi prima avevano portato a un colpo di stato e alla rimozione del presidente Omar al Bashir, che governava il paese da oltre trent’anni. World Press Photo
© Yasuyoshi Chiba, Giappone, Agence France-Presse

Niente cerimonia quest’anno, ad Amsterdam, per i vincitori del più importante premio di fotogiornalismo al mondo, mentre la mostra itinerante che segue la premiazione è rimandata a data da destinarsi. Ma il concorso non perde un briciolo del suo prestigio, e in questa 63° edizione propende per il tema (sempre attuale) della rivolta. Ecco chi ha trionfato al World Press Photo 2020.

Storie dal mondo, eventi che hanno scosso la vita di molti. Drammi, tragedie, gioie e trionfi. Ogni anno, fotografi e giornalisti raccontano da vicino quello che succede nei meandri di un’umanità lungi dall’essere noiosa. A febbraio vi avevamo annunciato i finalisti di questa 63° edizione del World Press Photo, organizzato ogni anno dall’omonima fondazione olandese. Il concorso ha riconfermato il proprio prestigio con una selezione accuratissima di scatti, 44 autori finalisti scelti tra 4282. Ad aggiudicarsi i due premi più ambiti (uno scatto singolo e un reportage), sono due lavori dedicati a un tema che non passa mai di moda: la rivolta, il sollevamento di un popolo contro un ordine costituito.

Il primo, che vince il World Press Photo of the Year, è lo scatto Straight Voice del giapponese Yasuyoshi Chiba, dell’Agence France-Presse. Mostra un ragazzino nel mezzo di una manifestazione in Sudan. Illuminato dalle luci dei cellulari dei coetanei, recita una poesia con la mano sul petto. Il paese, tra il 2018 e il 2019, è stato scosso per mesi da sommosse popolari che hanno portato alle dimissioni del Presidente Omar Bashir. Uno scatto significativo che mostra il potere della gioventù e dell’arte, afferma la giuria. Tanto che fotografia si è aggiudicata anche il primo premio della sezione General News.

© Romain Laurendeau, Francia

È invece il francese Romain Laurendeau ad aggiudicarsi il World Press Photo Story of the Year, sezione che premia una narrazione in più scatti. Il fotografo ha realizzato un lungo reportage in bianco e nero sui giovani algerini e sul loro ruolo nell’ispirare le grandi proteste avvenute in Algeria nel 2019. A scatenarle, l’ipotesi di un quinto mandato per il presidente Abdelaziz Bouteflika, che rischiava di portare all’esasperazione una situazione già al limite dopo anni di politiche autoritarie e corruzione. Le fotografie seguono la quotidianità di questi ragazzi, tra un momento intimo di svago davanti alla tv e i cori scatenati alle partite di calcio, unico luogo di sfogo in un paese in cui le manifestazioni di strada sono bandite. Con questo progetto, Laureandeau ha vinto anche il primo premio per la sezione Long Term Projects.

© Nikita Teryoshin, Russia
© Lorenzo Tugnoli, Italia

A vincere la categoria Contemporary Issues, il curioso scatto di Nikita Teryoshin: raffigura un uomo elegante mentre mette via un paio di lanciagranate anticarro alla fine di una giornata di fiera, durante la Mostra e conferenza internazionale sulla difesa (IDEX) ad Abu Dhabi. Il premo premio di Contemporary Issues, Storie è invece meritato dall’italiano Lorenzo Tugnoli, che per il Washington Post ha documentato il conflitto in Afghanistan e le vicende del 2019, durante il quale Stati Uniti e talebani hanno cercato un accordo per la pace.

© Esther Horvath, Ungheria
© Luca Locatelli, Italia

È un’orsa polare con il suo cucciolo a trionfare nella sezione Ambiente: lo scatto, firmato dall’ungherese Esther Horvath, mostra i due animali mentre si avvicinano alle attrezzature degli scienziati della nave Polarstern, parte di una spedizione scientifica che studia le conseguenze del cambiamento climatico dell’Artico. L’italiano Luca Locatelli vince invece la categoria Ambiente, Storie con un progetto dedicato all’economia circolare. Il fotografo, su commissione del National Geographic, ha indagato come gli agricoltori, i produttori e i governi di tutto il mondo stiano adottando misure verso un’economia circolare per affrontare la crisi climatica.

© Nicolas Asfouri, Danimarca
© Alain Schroeder, Belgio
© Alain Schroeder, Belgio

A vincere General News, Stories è un reportage dedicato a un altro dei grandi eventi che hanno scosso il 2019: le proteste antigovernative di Hong Kong. Ancora una volta, l’obiettivo è puntato sui giovani. A firmare il progetto è il fotografo dell’Agence France-Presse Nicolas Asfouri. Un’immagine di sconfinata tenerezza, quella del belga Alain Schroeder che vince il primo premio per la categoria Natura. Il foto-giornalismo punta ancora il dito sull’azione devastatrice dell’uomo, che distrugge flora e fauna in nome del denaro. L’immagine raffigura il cadavere di un piccolo orango morto in una piantagione di olio di palma in Indonesia. Con il suo lavoro sugli oranghi, il fotografo belga si aggiudica anche il primo premio della sezione Natura, Storie.

© Tomek Kaczor, Polonia
© Adam Ferguson, Australia

Sono i bambini, eterne vittime innocenti delle ingiustizie del mondo, i protagonisti degli scatti vincitori della sezione dedicata ai Ritratti. Potente e conturbante l’immagine di Tomek Kaczor che si aggiudica il primo premio: mostra una quindicenne armena che si è da poco svegliata dallo stato catatonico causato dalla sindrome da rassegnazione, che spesso colpisce i bambini psicologicamente traumatizzati durante processi migratori. Adam Ferguson firma invece il reportage che trionfa nella categoria Ritratti, Storie. Il fotografo ha raccontato la storia degli yazidi e di altre minoranze vittime delle violenze dell’ISIS nel nord dell’Iraq.

© Mark Blinch, Canada
© Wally Skalij, Stati Uniti

Il fortunato scatto di Mark Blinch è premiato nella sezione Sport: raffigura il momento in cui, per la prima volta nella storia dell’NBA, un buzzer-beater (un canestro fatto al suono della sirena che termina la partita) segna una vittoria durante un incontro decisivo a Toronto. Dal canto suo, la sezione Sport,Storie è vinta dal progetto di Wally Skalij dedicato a Paradise, vicino a Sacramento. La cittadina è stata devastata dall’incendio del Camp Fire del 2018, che ha distrutto più del 90% della città. Le fiamme hanno però risparmiato il campo di football della Paradise High School, dove i componenti della squadra hanno continuato ad allenarsi nonostante abbiano perso tutto.

© Farouk Batiche, Algeria
© Mulugeta Ayene, Etiopia

La rivolta in Algeria e i suoi giovani protagonisti trionfano anche nella categoria Spot News. L’immagine di Farouk Batiche ben restituisce la violenza tra la polizia, in tenuta antisommossa, e i giovani manifestanti. Spot News, Storie è invece vinta dall’etiope Mulugeta Ayene, che ha immortalato il dolore lancinante dei parenti delle vittime a bordo del Boeing 737 della compagnia Ethiopian Airlines, precipitato poco dopo il decollo fuori da Addis Abeba a marzo 2019.

Di seguito, una selezione di immagini che si sono classificate in seconda o terza posizione:

© Kim Kyung-Hoon, Corea del Sud | Sport, Storie, 3° posto
© Alessio Mamo, Italia | General News, 2° posto
© Tatsiana Tkachova, Bielorussia | Ritratti, Storie, 2° posto
© Ramon Espinosa, Spagna | Spot News, 3° posto
© Sean Davey, Australia | Contemporary Issues, 2° posto

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