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La “comunità” Fluxus, un flusso artistico concepito come nuovo atteggiamento di vita

Fluxus Fluxus
Fluxus
Fluxus

Il movimento Fluxus sorge tra il 1961 e il 1962. Il nome Fluxus -termine latino che significa flusso, dato dall’artista lituano George Maciunas (1931-1978)- sta ad indicare un fenomeno in continuo mutamento, che non ha né forma né luogo.

La corrente fonda le sue radici in manifestazioni d’avanguardia come l’happening, la performance, filmati, concerti di musica sperimentale -come quella di John Cage-, festival, eventi occasionali senza apparente pianificazione, oltre che assemblages che prevedono la ricombinazione di oggetti quotidiani secondo modalità casuali. Per questo ultimo aspetto si differenzia dal Dadaismo, nel quale è presente una intenzionalità verso un risultato estetico dell’oggetto manipolato nel suo significato attraverso la decontestualizzazione.

Su questa scia, Fluxus promuove l’idea di un’arte ibrida, alla ricerca di strumenti nuovi che la relazionino con la vita e ne permettano una più ampia comprensione, attraverso la simbiosi tra varie forme espressive e tra realtà e creazione artistica.

Takako Saito, Sound Chess, 1966
A seguito dell’avvento dei mezzi televisivi, Fluxus promuove la progressiva dematerializzazione dell’arte, che trova la sua essenza non più nell’essere, ma nell’accadere e nel divenire e si trasforma da oggetto in evento (happening).

Questa corrente si sviluppa al di fuori di scuole, accademie e gruppi coordinati. I primi eventi furono organizzati a Wiesbaden, in Germania e a New York nel 1961, in occasione del concerto sperimentale Musica antica et nova promosso da George Maciunas.

Fluxus conosce una diffusione planetaria, dall’America all’Europa, dal Giappone alla Corea. Si diffonde presto anche in Francia, Italia e Gran Bretagna. Il movimento intende rompere le divisioni e la frantumazione dell’arte per scuole, gruppi e mercato, chiamando intorno a sé artisti americani, europei, giapponesi, coreani, al di là delle distanze geografiche e culturali.

Alla frammentazione della comunità artistica voluta dal sistema, Fluxus risponde con la concentrazione e l’affermazione di un’unica comunità, in cui fluidamente entrare e uscire. Fluxus non è mai stato un gruppo unificato né ha avuto manifesti programmatici, ma ha rappresentato un insieme di individui e di artisti, che hanno partecipato attivamente al movimento portando avanti le loro personali sperimentazioni.

Fluxkit, 1964-65. Fluxus edition, assembled by George Maciunas

Se si parla di Fluxus come movimento, non lo si deve intendere come movimento d’avanguardia. I fluxers infatti, rifiutano qualsiasi definizione che li ingabbi in schemi preconcetti. Dell’avanguardia – nonostante segua le orme del dadaismo e la poetica del ready-made- non ha più quella fiducia in un’utopia unificante, nel progresso scientifico e in quello storico che sono propri dell’Action Painting, del New-Dada, della Pop-Art o del Nouveau realism. Fluxus si muove piuttosto come un fronte mobile di individui e non come un gruppo codificato di “addetti ai lavori”. Se in questo fronte confluiscono senza pregiudizi le esperienze delle avanguardie precedenti, si vogliono però abolire per quanto possibile i confini fra le varie discipline artistiche, fra artista e pubblico, fra arte e vita. Il termine infatti, viene coniato per rappresentare un progetto mirato alla fusione di tutte le arti, rispettando comunque le specifiche di queste.

In Europa il terreno per accogliere il messaggio di Fluxus era già stato preparato da varie correnti avanguardiste che, sulle tracce del Dadaismo, avevano affrontato il problema del rapporto arte-vita, come il Nouveau Réalisme, New Dada, Cobra, Zero.

Fluxus
Fluxus

Oltre ad un movimento artistico espressivo, Fluxus può dunque essere definito un atteggiamento nei confronti della vita, un tentativo di eliminare la linea di divisione tra esistenza e creazione artistica. Rifacendosi all’happening americano, Fluxus teorizza un modo di fare arte che è un fluire ininterrotto di situazioni, percezioni e molteplici esperienze estetiche e sperimentali. La caratteristica di Fluxus è l’interdisciplinarietà dei suoi eventi e ingloba svariate correnti artistiche, per esempio la musica sperimentale, il Noveau Realism, la videoart, l’arte povera, il minimalismo e l’arte concettuale.

Gli artisti di tale movimento esprimono la casualità e la quotidianità delle cose: essi infatti non si basano sullo studio di oggetti privilegiati o sacri ma rappresentano l’arte attraverso un concetto ludico, abbandonando i valori estetici (in reazione all’Espressionismo astratto) per concentrarsi su Humor e Non-sense.

Hi Red Center, Butta giù, 1964

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