Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Regina José Galindo
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Ogni giorno è uguale e diverso. Non ho smesso di fare yoga un solo giorno la quale mi ha permesso di stancarmi, o minuti di tabata. Immagino che sarò più magra. O meglio, lo sono sempre.
Sono una privilegiata perché vivo in una vecchia casetta di legno sulla collina di un vulcano e ho un giardino con tre cani. La reclusione non è stata un grave problema. Il problema è stata la paura per quello che poteva succedere. La sensazione di vuoto nello stomaco mi ha accompagna e non è gradevole.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Né ricalibro né riformulo molto, faccio scorrere o almeno provo a farlo.
Né faccio piani né penso nel futuro, siamo qui e stiamo bene, non penso molto più in là di questo.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Nella quotidiana vita in reclusione mi esercito e condivido cose con mia figlia, vediamo molti film, leggo, cerco di scrivere quando questo non mi butta giù il morale, perdo tempo. Gioco, torno a esercitarmi, balliamo, giochiamo a domino o scarabeo, tiriamo palline a uno dei nostri cani. Vediamo film e vediamo passare i giorni.
Leggo poche notizie la maggior parte delle volte, anche se alcuni giorni faccio il contrario, mi ossessiono e le cerco in ogni lato.
All’inizio mi sentivo molta pressione per generare idee, per produrre. Adesso quest’ansia è calata un po’.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Non voglio rendere romantica questa quarantena, la verità è che non penso a quello che farò domani, men che meno penso a quello che farò alla fine della reclusione.