Il gabbiano di Anton Cechov online sul sito del Teatro Vascello di Roma
In tempi di pandemia i teatri fanno sentire la loro voce in attesa di riaprire i battenti. Il teatro Vascello di Roma, nella certezza che comunque il teatro – nonostante la catastrofe – manterrá la sua centralità, intende resistere all’isolamento facendo sentire la sua presenza con uno spettacolo simbolo del proprio repertorio: Il gabbiano di Anton Cechov.
Il Gabbiano: lo sguardo ironico di Anton Cechov sulla borghesia in villeggiatura sulle rive di un lago: i drammi e le tragedie accadono fuori scena. Pur rappresentando uno spaccato sociale della borghesia russa di fine ‘800, Il Gabbiano, è un’opera di grande attualità, sia per l’intreccio tra natura, sentimenti umani e complessità dell’arte, sia per il conflitto generazionale tra i personaggi. La protagonista Irina Arkadina è un’attrice famosa, il suo amante Trigorin, un noto scrittore. Anche il figlio di Irina, Kostantin, aspira a diventare scrittore e Nina, la ragazza da lui amata (e che si innamorerà di Trigorin), sogna di fare l’attrice. Entrambi realizzeranno i loro sogni, ma pagandoli con l’infelicità. Insoddisfatti sono anche i “vecchi”, cinicamente indifferenti ai problemi dei giovani, ma in realtà dominati dalla stessa voglia di vivere e di amare.
Giancarlo Nanni e Manuela Kustermann insieme alla loro storica compagnia La Fabbrica dell’Attore, nata dai fermenti del teatro d’avanguardia della fine degli anni 60, portarono in scena al teatro Vascello di Roma, il loro primo Cechov: Il Gabbiano.
Uno degli spettacoli più rappresentativi di Giancarlo Nanni e del suo modo di fare teatro. Nanni ha utilizzato il testo di Cechov per sviluppare due temi a lui cari e sempre molto attuali: “l’arte scenica e la memoria” e “il nuovo attore e la scena”. Al suo attivo un gran numero di regie teatrali, operistiche, cinematografiche e televisive. Mette in scena spettacoli significativi per l’immaginario giovanile e non solo, nascono produzioni storiche come A come Alice, Risveglio di Primavera, L’imperatore della Cina, che provocano la nascita di quel movimento teatrale che privilegia l’immagine alla parola.
Nanni nel 1989 acquista e restaura, insieme a Manuela Kustermann, il cinema Vascello trasformandolo in uno dei teatri più moderni di Roma.
Il Gabbiano allestito da Nanni è un ulteriore testimonianza di una modalità di lavoro che si basa sull’improvvisazione e sulla ricerca di nuovi linguaggi teatrali. «A partire da Cechov – spiega il regista- tentiamo un volo immaginario verso la storia delle rappresentazioni cechoviane, dalla prima edizione di Stanislavskij attraverso le grandi regie del passato, sino al presente remoto di Visconti, Strehler e Peter Brook. Un laboratorio di immagini. Un tentativo di andare ancora più in profondità, liberando la scrittura cechoviana dal suo modello interpretativo. Attraverso un processo di rimandi, improvvisazioni, di uso di moderne tecnologie e con passaggi improvvisi di tempo e spazio, abbiamo cercato di comporre e scomporre questo affresco della vita umana, dove gli eccessi artistici e la loro caduta, i fallimenti, le angosce, gli stati sublimi della creazione si fondono in una scrittura scenica senza schemi prefissi».
>> Sul sito del teatro è possibile guardare gratuitamente lo spettacolo.