Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Irene Balia
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Cerco di seguire una routine, anche se fluida, senza orari precisi.
Ogni tanto faccio qualche esercizio di ginnastica (mai fatta prima), mi scarica e mi da sollievo. Divido l’appartamento/studio con il mio compagno (uno scultore) e ci siamo spartiti gli spazi. Ora dipingo in camera da letto, ho un piccolo angolo ma raccolto e comodo.
Sto lavorando su una serie di dipinti a cui pensavo da tempo. Mi sento più concentrata. Non so se la quarantena stia modificando la mia pittura. In caso si vedrà nel prossimo futuro, non ora.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Lo spazio è poco, abbiamo spostato più volte i mobili per creare nuovi ambienti. Lo spazio è imploso, per compensare quello esterno si è allargato quello interiore. In questo nuovo spazio stranamente il tempo scorre veloce.
Non sto mai in silenzio, nemmeno quando dipingo: o ascolto musica, o audiolibri, o film che già conosco e che non ho bisogno di guardare. Lo facevo anche prima della quarantena ma ora lo faccio con più fermezza.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Leggere sì, scrivere no. Nel tempo libero, chiamiamolo così, mi piace stare al balcone. Da quando è iniziato il blocco, i balconi dei condomini si sono popolati e sono diventati molto interessanti.
È come andare al parco a prendere il sole.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Mi toglierò il pigiama.