La nuova serie Freud, arrivata in Italia grazie a Netflix, può non aver soddisfatto coloro che si aspettavano un approfondimento sulla vita del padre della psicanalisi, tuttavia potrebbe aver suscitato l’interesse degli appassionati d’arte. Se siete tra questi ultimi e non avete ancora visto la serie, ma siete intenzionati a farlo, continuate la lettura e non abbandonate l’articolo: non contiene spoiler.
La vicenda si svolge a Vienna, città natale del protagonista, e da subito si concentra su avvenimenti misteriosi, al limite dell’occulto e dell’esoterico, estremizzando quelle che sono le ricerche di Sigmund Freud sull’ipnosi. Ma Vienna è anche la città in cui nacque e si sviluppò, negli anni Sessanta del secolo scorso, una delle esperienze più interessanti e controverse della performance art, il Wiener Aktionismus, della quale fanno parte artisti del calibro di Otto Mühl, Günter Brus e Hermann Nitsch. Che la psicanalisi sia stata la base culturale di tantissimi movimenti artistici del ventesimo secolo è fuori di dubbio e, tra questi, si trova anche l’Azionismo Viennese.
Le performance degli esponenti di questa corrente, infatti, avevano lo scopo di penetrare la mente di una persona, fino ad arrivare a coinvolgerne l’Es, istanza intrapsichica individuata da Freud e associabile all’istinto primordiale di un individuo. Marvin Kren, l’ideatore della serie tv, deve aver sicuramente tenuto presente questo aspetto nel dare alla sua opera una sfumatura horror. Questa diventa più evidente nei momenti in cui i personaggi svolgono i riti iniziatici necessari per diventare i seguaci della contessa Sophia von Szápáry e di suo marito, il conte Viktor von Szápáry, ovvero i principali antagonisti di Sigmund Freud nella serie. Seppur vari riferimenti possono essere rintracciati in diverse occasioni lungo gli otto episodi, è proprio in occasione di questi riti che il collegamento tra la serie tv e l’Azionismo Viennese diventa palese: l’apice si raggiunge nella scena, tanto eloquente quanto esplicita, situata alla fine del quinto episodio e che sembra seguire pedissequamente gli happening degli artisti menzionati.
Il rito si svolge sotto il simbolo del Táltos, ricorrente durante l’intera narrazione, che rappresenta, secondo il folklore ungherese, una persona prediletta, scelta da Dio, sin dalla nascita. Inoltre, il simbolo si collega all’idea totemica di Freud, sviluppata nel saggio Totem e Tabù (1913), al centro del quale si trovano quegli stessi tabù sociali che volevano essere abbattuti attraverso le performance degli azionisti viennesi. Tra questi, quello che sembra essere preso più in considerazione per la realizzazione della scena citata è Hermann Nitsch, artista che ha più volte messo in scena delle rappresentazioni para religiose con fini catartici per i partecipanti, i quali erano chiamati ad abbandonarsi a istinti animali, quindi all’Es, così da ascendere spiritualmente. Nell’episodio citato nella serie tv, i partecipanti al rito si trovano coinvolti in un’analoga circostanza. L’artista, come una sorta di vate, si trova spesso al centro della performance, talvolta distaccandosi e differenziandosi dal gruppo, al quale da indicazioni, altre volte partecipando più attivamente. Lo stesso stacco è visibile tra i Szápárys, che presiedono il rito, e coloro che diventeranno i loro seguaci, anche da un punto di vista visuale: mentre i performer sono imbrattati di sangue, Nitsch è vestito di nero; allo stesso modo, nella serie tv, conte e contessa sono abbigliati con una lunga veste nera, mentre gli altri attori sono completamente nudi.
Sia negli happening che nel rito rappresentato in Freud è predominante la tematica del sangue, che viene collegata a quella della nudità e della frenesia orgiastica, la quale è talmente ricorrente in Nitsch da portare l’artista a definire la sua pratica come Teatro delle Orge e dei misteri, con chiaro riferimento alle antiche cerimonie dionisiache.
Nonostante le polemiche sollevate per questo, non si può non citare l’importanza che aveva l’azione di squartare e sviscerare varie bestie durante gli atti di Nitsch, tanto che l’elemento viene ripreso nella riproposizione del rito che compare nel quinto episodio della serie.
Tutto questo ci fa capire quanto il Wiener Aktionismus, che ha fatto della risemantizzazione del tema del sangue e della ferita il suo punto forte, venga a sua volta risemantizzato; a dimostrazione di come questa corrente si sia ormai affermata all’interno del panorama culturale ed artistico contemporaneo, nonostante le proteste (tra le quali si ricorda quella mossa proprio nei confronti Nitsch in occasione di una sua mostra a Palermo, nel 2015), i processi e le pene che hanno colpito gli azionisti viennesi durante il corso della loro carriera.