Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Iva Lulashi
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Casualmente a febbraio sono tornata e rimasta a Pordenone, la città in cui ho vissuto con la mia famiglia prima di stabilirmi a Milano. Sono a casa del mio ragazzo al quale ho “occupato” il salotto trasformandolo nel mio studio condividendolo ora con lui che da musicista dedica il tempo in casa alla pratica dello strumento, il contrabbasso. Dipingo quasi ogni giorno, sto lavorando su tele di piccolo formato e la parete davanti a me si sta progressivamente riempiendo di chiodi e quadretti.
Mi sento in una dimensione più ridotta e intima del mio lavoro che mi ricorda le situazioni limitate e limitanti vissute prima di collaborare con Prometeo Gallery Ida Pisani che mi ha messo in contatto con un mondo dell’arte più ampio oltre che darmi casa e studio a Milano supportandomi tutt’ora al meglio.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Lo spazio domestico crea un rapporto più introspettivo, se vogliamo, con la pittura e ti fa sentire in qualche modo sempre osservato da essa oltre a respirarne costantemente gli odori, colori e suoni che vanno a confondersi e mescolarsi con quelli della cucina/salotto/studio. Il distanziamento sociale certamente rende l’intimità con il proprio lavoro più concreta e “pura”. Allo stesso tempo il confronto con il pubblico è limitato dal mezzo tecnologico.
È dunque il confronto/incontro umano con gli amici artisti e le persone che lavorano nel settore dell’arte, di cui sento maggiormente la mancanza.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Poco dopo l’inizio della quarantena, la situazione di emergenza sanitaria e sociale mi ha subito fatto riflettere. Ho pensato di sentire inizialmente due amici artisti, Adrian Paci, con cui condivido lo studio a Lambrate, e Fabio Roncato, uno dei primi artisti che ho conosciuto a Milano, per confrontarmi e capire come poter coniugare arte e solidarietà. Nasce così “Poster Quotidiano”, un’iniziativa in collaborazione con Casa Testori e Collezione Giuseppe Iannacone, che con il loro supporto hanno reso possibile il progetto. Siamo diventati 26 artisti e proponiamo ognuno un’immagine destinata alla vendita in formato di poster 50×70 con una tiratura di 20 edizioni. Ciascun poster, numerato e firmato, può essere acquistato con un contributo minimo di 100,00 €, e il ricavato sarà devoluto al sostegno dei progetti di Fondazione Arca che, a Milano, Roma e Napoli, assiste gli homeless con un programma d’intesa a livello regionale per garantire l’aiuto alle famiglie più in difficoltà.
Oltre a questo leggo libri riemersi dal passato, o trovati a casa del mio ragazzo. E prima di addormentarmi ascolto sempre audiolibri di Edgar Allan Poe… giusto per fare sogni tranquilli!
Ascolto musica dal vinile durante il giorno, provo a suonare il contrabbasso e canto e ballo in ogni angolo della piccola casa.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Al momento rispondere a questa domanda mi risulta piuttosto complicato, c’è ancora troppa confusione, cercherò di capire gradualmente. Forse semplicemente dipingerò, canterò e ballerò.. ma in spazi più ampi!