“Per me Calder ha sempre a che fare con le cose che ruotano e girano e se c’è una cosa che mi ricorda questa trasformazione, è la storia della Sibilla”. William Kentridge (Johannesburg, 1955)
Galleria Lia Rumma presenta sul proprio sito web la prima mondiale del film di William Kentridge “Waiting for the Sybil” (Aspettando la Sibilla), assieme ad un focus su Waiting the Sybil e altre storie, in vista dell’imminente mostra personale dell’artista presso la galleria di Milano. La galleria fotografica presenta un breve video che mostra il workshop tenuto a Johannesburg nel 2019 e la visione integrale dell’omonima opera teatrale che è stata presentata in anteprima al Teatro dell’Opera a Roma a settembre 2019.
Il nuovo progetto di Kentridge è stato concepito dall’artista come pendant di “Work in Progress”, l’unica opera teatrale prodotta dallo scultore statunitense Alexander Calder (Lawnton 1898 – New York 1976) presso il teatro dell’Opera di Roma nel 1968. Ispirato dal movimento e dalla rotazione delle opere di Calder, Kentridge evoca la sacerdotessa menzionata da Dante: la Sibilla Cumana, che scriveva le profezie sul destino delle persone sulle foglie di quercia. Le foglie alla foce della sua caverna erano sparse dal vento, che confondeva i destini di coloro che venivano a prenderle. Questa immagine diventa un simbolo di incertezza e del tempo che scorre, muta e ritorna.
Nel video la Sibilla contemporanea è stata interpretata come una ballerina africana. La figura balla sulle pagine di un libro, al ritmo della musica jazz di Kyle Shepherd e accompagnata nella sua danza dalla voce di Nhlanhla Mahlangu. I disegni fatti con inchiostro indiano descrivono alberi con rami neri e foglie che mutano continuamente. Kentridge afferma che l’equivalente contemporaneo della Sibilla è l’algoritmo, che prevede incessantemente il nostro destino.