L’opera della Vigo si è sempre collocata in un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura, ambiente
Sul fatto regna ancora uno stretto riserbo, ma la notizia risulta purtroppo confermata da diverse fonti: la scena artistica milanese e italiana perde una sua grande protagonista con la scomparsa di Nanda Vigo, all’età di 83 anni. Designer, artista e animatrice culturale instancabile, la Vigo fu compagna di Piero Manzoni, e preziosa collaboratrice di Lucio Fontana e Gio Ponti, con il quale firmò diversi progetti importanti.
Nata a Milano il 14 novembre 1936, dopo la laurea all’Institute Polytechnique di Lausanne e uno stage a San Francisco, dai primi anni sessanta aveva aperto il proprio studio a Milano, frequentando lo studio di Lucio Fontana e poi si avvicinandosi agli artisti che avevano fondato la galleria Azimut a Milano, lo stesso Piero Manzoni ed Enrico Castellani. Nello stesso periodo inizia ad esporre le sue opere in gallerie e musei in Italia e nel mondo, divenando un attivo membro del Gruppo Zero, frequentato in Germania, Olanda e Francia.
Nel 1971 Nanda Vigo viene premiata con il New York Award for Industrial Design per il suo sviluppo delle lampade (Lampada Golden Gate). Nello stesso anno progetta e realizza uno dei suoi progetti più spettacolari per la Casa-Museo Remo Brindisi a Lido di Spina, nel ferrarese.
L’opera della Vigo si è sempre collocata in un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura, ambiente; ha collaborato con Angelo Leli di Arredoluce e con Acerbis e Driade. Ha curato e allestito molte mostre soprattutto per il Movimento Zero. Famosa fu quella, la prima in Italia, del 1965 inaugurata nello studio di Lucio Fontana e la prima mostra Zero nel 2011 in Russia. Nel 1982 ha partecipato alla 40a Biennale di Venezia. Dal 2006 alcuni suoi lavori sono esposti in permanenza al Museo del Design della Triennale di Milano. Nel 2019 ha tenuto una sua personale a Palazzo Reale di Milano.