Abbiamo selezionato 10 documentari sull’architettura da guardare comodamente dal divano di casa in questa Fase 2.
Bauhaus Spirit. 100 anni di Bauhaus
Raiplay racconta in un documentario la storia della celebre scuola di Weimar (1919) fatta di utopisti, inventori e sognatori che ebbe vita breve (fu chiusa nel 1933 dal partito Nazional Socialista) ma il cui apporto, seppur breve, fu fondamentale per tutti i settori dell’arte. Nella scuola di Weimar, l’imperativo erano la sperimentazione e l’apprendimento non solo attraverso la mente ma anche con il corpo. La finalità era la costruzione di un mondo migliore. Gli edifici, pensati attraverso la geometria del rettangolo, del quadrato, sono modulabili, continuamente espandibili; il principio è una casa che cresce.
I moduli, pianificati, prefabbricati, possono essere assemblabili in modi diversi. Si inizia a ragionare per blocchi costruttivi, avviandosi verso l’era dell’architettura moderna, che prevedeva una produzione seriale di massa. Questo il principio architettonico che guida le intuizioni di Walter Gropius (Berlino, 1883-Boston, 1969). Questa la nascita dei primi complessi residenziali e case a schiera (per i meno abbienti) basate sul principio costruttivo della catena di montaggio.
Renzo Piano
Su YouTube 25 minuti con Renzo Piano (MI/ARCH 2013, lezioni pubbliche di architettura urbana). Il grande architetto, ex studente del Politecnico di Milano, nonché autore del Centre Pompidou di Parigi (per citarne uno) racconta la sua visione della disciplina e dell’urbanistica, ponderata durante i tanti anni di lavoro nel settore.
I tre architetti: Frank Lloyd Wright, Ludwig Mies van der Rohe, Gio Ponti
Nel 2019 si celebrano i tre maestri dell’architettura del XX secolo e Rai Cultura e MOVIE MOVIE li omaggiano dedicandogli tre grandi documentari (disponibili su Raiplay).
Frank Lloyd Wright (Wisconsin, 1867-Arizona, 1959), uno dei capostipiti del Modernismo e maestro nell’uso dello spazio e del paesaggio, reinventa il concetto di spazialità ridefinendo le possibilità dell’architettura moderna. Lo spazio, per Wright, dialoga in modo imprescindibile con la natura. L’architetto americano concepisce l’ambiente e l’edificio come una cosa sola, gettando le basi della cosiddetta “Architettura organica”.
Ludwig Mies van der Rohe (Acquisgrana, 1886 – Chicago, 1969), già famoso architetto, dal 1930 assume la direzione del Bauhaus. Emigrato nel ’38 in America, realizza numerosi edifici che influenzano in modo permanente lo sviluppo dell’architettura moderna. L’architettura è per van der Rohe, ancorata a considerazioni funzionali, ma può ascendere nel regno della pura arte. Lo spazio universale, astratto e flessibile, che non prevede i riferimenti di tempo e di luogo, che elimina le barriere fra interno ed esterno è il modello alla base del pensiero dell’architetto olandese e lo diviene anche per le correnti di pensiero contemporanee.
Gio Ponti (Milano, 1891-1979) è l’architetto, designer, inventore, appassionato d’arte e di poesia tra le figure più eclettiche del panorama artistico italiano. Rappresenta in una variante moderna il modello di uomo rinascimentale e di intellettuale poliedrico. Il gioco fa parte sempre e comunque delle sue progettazioni, la bellezza delle forme – dal cucchiaio al grattacielo- è uno dei suoi principi di vita. Figura chiave durante gli anni della ricostruzione, Ponti rende Milano, col concetto di made in Italy che esporta in tutto il mondo, la principale città italiana del design.
#Generazione Bellezza. L’eccellenza italiana
Il giornalista Emilio Casalini racconta, in cinque puntate di mezz’ora ciascuna, il vasto patrimonio artistico e culturale della penisola italiana.
La creatività, da Trento ad Agrigento
Archeotelling a Roma, Napoli e Manfredonia
La rinascita del rione Sanità a Napoli
Acireale, Verona, Vicoforte: il racconto della bellezza
Visual Acoustics: The Modernism of Julius Shulman
Un docu-film racconta la vita privata e professionale dell’architetto e fotografo Julius Shulman (New York, 1910-Los Angeles, 2009).
Franco Albini-Uno sguardo leggero
Sky Arte propone un documentario realizzato con il contributo della Fondazione Franco Albini, sul grande architetto e allestitore italiano. Le voci di Peter Greenaway, Tatti Sanguineti e Oliviero Toscani raccontano i progetti e le passioni del grande architetto.
Zaha Hadid
Tecnologia all’avanguardia e nuovi materiali da costruzione. Queste le regole che governano le ossimoriche -al tempo stesso morbide e solide- architetture dell’architetto britannico-iracheno Zaha Hadid (Bagdad, 1950-Florida, 2016). Raiplay ricorda, omaggia e racconta in 51 minuti i progetti più rivoluzionari della Hadid. Linee sinuose, curve dinamiche ed intere pareti in vetro caratterizzano gli edifici presenti in oltre 51 stati, mossi dalla volontà di offrire un’immagine di sé all’avanguardia.
Gli anni 60 sono gli anni del dopoguerra, quelli che la Zaha Hadid adolescente vive appieno. A 27 anni, subito dopo la laurea, lavora per lo studio dell’architetto Rem Koolhas e già a 30 anni fonda il suo personale studio. Vince The Pick, il grande concorso di Hong Kong, immaginando un grande grattacielo orizzontale in aggetto sul mare, sconvolgendo tutti i codici tradizionali dell’architettura. È chiaro che il processo creativo della Hadid passa dalla pittura e non più dal disegno architettonico tradizionale.
Le suo opere architettoniche, così visionarie ed insolite sono state spesso considerate irrealizzabili e per edificare la sua prima struttura, la Hadid e il suo team ha impiegato più di 10 anni. Prima di costruire qualcosa di impossibile bisognava fare della vera ricerca per creare strumenti capaci di poter portare a compimento i progetti.
Nel 2004 Hadid vince il premio Pritzker, il nobel dell’architettura, divenendo il punto di riferimento per la generazione del momento. Gli edifici della Hadid rappresentano l’affermazione del pensiero digitale sull’analogico, dando un forte imprinting al mondo da quel momento in avanti.
Tadao Andô. From Emptiness to Infinity
Un documentario (visibile in lingua inglese) sulla vita, gli studi, le tecniche di Tadao Andô. Il demiurgo che ha saputo mescolare le antiche tradizioni giapponesi (la lavorazione del legno, l’uso della carta di riso) a quelle moderne (il cemento armato), creando sublimi opere di architettura moderna.
Gae Aulenti
“La tradizione non è qualcosa che si riceve solamente, ma è anche qualcosa che si forma ogni giorno”. Un viaggio alla scoperta dello studio milanese e della donna architetto, su Raiplay). Fondamentale per ogni costruzione di Gae Aulenti (Palazzo Dello Stella, 1927-Milano, 2012), calibrare la luce. Il Museo d’Orsey, Palazzo Grassi, il Quirinale a Roma, tutti luoghi d’arte in cui la luce ricopre un ruolo fondamentale e dove la Aulenti ha lavorato.
Mentre vive le atrocità della guerra ed è spettatrice della caduta del fascismo, Gae Aulenti muove i suoi primi passi universitari in un mondo fortemente misogino, costretta a stare sempre all’erta. Intrapresa la carriera di architetto, sperimenta anche il teatro di Luca Ronconi e per poco indossa i panni della scenografa.
REM
È il docu-film girato da Tomas Koolhas, figlio del grande artista e architetto Rem Koolhas (Rotterdam, 1944) e disponibile su Vimeo in lingua inglese. Tomas ha passato 3 anni della propria vita a seguire il padre in giro per il mondo, documentandone il suo lavoro e realizzando un viaggio all’interno della mente creativa di Rem Koolhas.