“Immagina di essere nato cieco… E all’improvviso, ci vedi! Io credo successe una cosa simile quando il 6 maggio del 1432, nella chiesa di San Giovanni, svelarono l’opera ai fedeli”. Nel documentario di ARTE in italiano, un coro di voci racconta la storia dello straordinario Polittico dell’Agnello Mistico, l’opera rivoluzionaria realizzata in poco più di un lustro dai fratelli Jan e Hubert van Eyck. Il film, presentato in anteprima per ArtsLife, è disponibile fino al 6 luglio 2020.
Dipinto tra il 1426 e il 1432 per la Cattedrale di San Bavone a Gand, all’epoca chiesa di San Giovanni, rappresenta uno dei più imponenti polittici realizzati nelle Fiandre durante il quindicesimo secolo, nonché il capolavoro simbolo del maestro di Maaseik (Jan, il più celebre e minore dei due fratelli), colui il quale portò la pittura ad olio a livelli epici spalancando le porte al rinascimento (in concomitanza coi nostri Masaccio, Brunelleschi, Donatello). Il Polittico dell’Agnello Mistico è uno dei tasselli più noti ed enigmatici della storia dell’arte mondiale, la cui genesi è stata ricostruita solo a partire dal 1832. In quell’anno, un restauratore di Berlino scoprì un’iscrizione in latino, fondamentale per far luce sugli autori dell’opera: “Il pittore Hubert van Eyck, il più grande di sempre, ha iniziato questo gravoso lavoro, che suo fratello Jan, secondo in arte, ha portato a compimento, su commissione di Joos Vijd. Con questo verso, il 6 maggio del 1432, colloca ciò che è stato fatto sotto la vostra protezione”.
Nel 2010 una commissione creata ad hoc ha stabilito la necessità di un nuovo restauro, fondamentale per preservarne i colori squillanti della pellicola pittorica bagnata dalla luce dell’olio, e rimuovere le vernici alterate, al fine di rendere l’opera il più stabile possibile. Ad occuparsene è stato il Museo di Belle arti di Gand, MSK. Nell’autunno del 2016, i pannelli laterali sono tornati a San Bavone. Il restauro della parte centrale, invece, è terminato agli inizi del 2020. Il primo febbraio ha preso il via (proprio all’interno del museo) la mostra Van Eyck – An Optical Revolution, la più grande monografica mai dedicata a Jan van Eyck, con 9 opere autografe esposte congiuntamente a capolavori dell’intera scuola fiamminga, per un totale di 100 pezzi. Una selezione inimitabile per qualità e quantità, chiusa per forza di cose durante il lockdown e mai più aperta, disgraziatamente non prorogata oltre il 30 aprile. In via del tutto eccezionale, gli otto pannelli restaurati del polittico chiuso, insieme ai dipinti di Adamo ed Eva ancora da restaurare, sono stati esposti come dipinti singoli al di fuori della Cattedrale di San Bavone, rappresentando la luce guida, il centro gravitazionale pulsante, dell’esposizione. Un unicum che non si ripeterà. Mai prima d’ora infatti i pannelli avevano interagito con altre opere di Van Eyck o dei suoi contemporanei, e mai più da ora le opere lasceranno la cattedrale. Consoliamoci con questo bellissimo documentario, unico conforto alla smarrita fisicità del fruire corpo a corpo la potenza dell’opera in tutta la sua disvelata aura post restauro (e post covid). Buona visione.