Si susseguono provvedimenti del Ministero per i beni culturali a sostegno economico delle diverse aree di sua competenza. Ma nessuno è destinato al sistema dell’arte, specificatamente contemporanea
Ormai è diventato un po’ il nostro “bollettino di guerra”. Registriamo pressoché quotidianamente notizie di provvedimenti del Ministero per i beni culturali a sostegno delle diverse aree di sua competenza. E non possiamo che felicitarci del fatto che, nella mobilitazione post-pandemica, risorse relativamente – molto relativamente – consistenti siano riservate anche alla cultura. Ma di pari passo non possiamo non registrare – e lo facciamo spesso, fino a rischiare di annoiarvi – che a tutt’oggi, nessuno di questi provvedimenti sia stato destinato al sistema dell’arte, specificatamente contemporanea.
Soltanto ieri il ministro Franceschini annunciava la firma di due decreti del valore complessivo di 40 milioni di euro per sostenere le librerie e l’intera filiera dell’editoria. I provvedimenti potenziano il Tax credit librerie e rafforzano l’acquisto di libri da parte delle biblioteche aperte al pubblico. Il primo utilizzo del “Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali”, con una dotazione di 210 milioni di euro per il 2020.
I 40 milioni di euro sono ripartiti in due decreti. Il primo, del valore di 10 milioni, rafforza il Tax credit librerie, misura del 2017 per sostenere le librerie, soprattutto le più piccole e indipendenti. Attraverso un credito d’imposta parametrato agli importi pagati per Imu, Tasi, Tari, imposta sulla pubblicità, Tosap, spese per locazione, mutui. E contributi previdenziali e assistenziali del personale dipendente.
Il secondo, del valore di 30 milioni di euro, prevede un acquisto straordinario di libri da parte delle biblioteche dello Stato, delle Regioni, degli enti locali e degli istituti culturali. Che potranno arricchire i cataloghi acquistando il 70% dei nuovi volumi in almeno 3 librerie presenti sul proprio territorio.
Oggi, 5 giugno, lo stesso Mibact annuncia due altri decreti del valore complessivo di 120 milioni di euro per sostenere l’intera filiera cinematografica e audiovisiva italiana. I provvedimenti potenziano il Fondo Cinema e rafforzano il sostegno pubblico a favore delle sale cinematografiche. Un ulteriore utilizzo del “Fondo emergenza cinema e spettacolo” istituito con il Dl Cura Italia con una dotazione di 130 milioni di euro e elevato dal Dl Rilancio a 245 milioni di euro.
Il primo decreto, del valore di 100 milioni di euro, rafforza il “Fondo per il cinema e l’audiovisivo” previsto dalla legge Cinema del 2016 per finanziare gli investimenti delle imprese cinematografiche e audiovisive, dalla produzione alla distribuzione. Il secondo, del valore di 20 milioni, potenzia le misure a sostegno delle sale cinematografiche previste per il 2020. In particolare, viene assegnato un contributo a fondo perduto di 10.000 euro a ciascuna sala cinematografica che farà richiesta. A cui si sommerà un ulteriore contributo calcolato in misura proporzionale ai mancati incassi.
Tutte notizie che ci riempiono di soddisfazione: ma, ribadiamo, della “filiera dell’arte contemporanea” il ministero conta di occuparsi, prima o poi?