Quello di Venezia, si sa, è un equilibrio fragile, e l’ultimo anno lo ha dimostrato: dopo l’acqua alta straordinaria, che aveva già in parte allontanato i flussi turistici, l’emergenza covid ha svuotato la città, e le attività legate al settore (assolutamente preponderanti nel bilancio cittadino) ne stanno pagando le conseguenze.
Il centro lagunare, oberato per anni da un turismo incontrollato, ha dovuto improvvisamente fronteggiare il vuoto pneumatico degli stranieri spariti, e guarda ora con un certo timore ai mesi che verranno; a fare i conti con uno scenario incerto e in divenire non solo alberghi e ristoranti ma anche il mondo dell’arte – e specialmente quello dell’arte contemporanea.
Con Biennale Architettura rimandata al 2021 (e il conseguente rinvio di Biennale Arte al 2022) il settore ha visto svanire l’arrivo degli addetti ai lavori e di un pubblico fortemente interessato, rimandato al prossimo anno se non persino al successivo: la macchina della Fondazione si è fermata e alla diffusione della notizia, per un attimo, il comparto ha trattenuto il respiro.
Quando si parla di contemporanea a Venezia il ruolo giocato da Biennale e dalle grandi Fondazioni è grande, forse fin troppo. Negare importanza e peso della manifestazione sarebbe assurdo, ma è importante ricordare che le realtà impegnate su questo fronte sono molte, prime fra tutte le gallerie.
Cosa aspettarsi da loro in questa fase 2, e quali i piani per i prossimi mesi? A rispondere alla domanda quattro gallerie: Alberta Pane, Marignana Arte, Michela Rizzo e Marina Bastianello.
C’è da dire anzitutto che le galleriste, durante la quarantena, non si sono mai fermate.
Marignana Arte ha inaugurato il 22 maggio non una ma due mostre, I Dreamed a Dream – Chapter 2 e Giulio Malinverni. Lo sguardo di Giano; Michela Rizzo, conclusasi l’esposizione su Rovaldi, aprirà il 13 giugno Assembramenti, collettiva che riunisce ben 31 artisti, nonché un progetto con spazio Punch; Alberta Pane ospiterà, sempre dal 13, Share Happiness, prima di una trilogia di mostre; Marina Bastianello ha riaperto le porte di Renovation e inaugurato ieri insieme alle colleghe Materiche, collettiva negli spazi dell’M9, mentre prosegue con il progetto #GuardiamoAvanti. E le attività non finiscono qui.
Spinte da necessità e curiosità a sperimentare altre forme di esposizione e contatto con collezionisti, artisti e pubblico, le gallerie hanno portato avanti durante il lockdown numerosi progetti digitali: viewing rooms e mostre (Alberta Pane, Michela Rizzo) ma anche osservazione degli artisti e del processo artistico durante la quarantena (Marina Bastianello, Michela Rizzo), senza tralasciare qualche aperitivo in streaming (come il Sei invitato per un drink della galleria Rizzo).
In un periodo in cui la preoccupazione sembra provocare immobilismo o frenesia, chiusura totale o eccesso di contenuti, le galleriste veneziane sembrano aver trovato nuovi stimoli, e quasi divertirsi nello sperimentare nuove forme di rapporto con collezionisti, artisti e pubblico.
Certo andando verso la normalità non tutto sarà mantenuto: mentre Alberta Pane si dichiara interessata a continuare le mostre online, considerandole come una sorta di riflessione aperta o come il possibile embrione di mostre future, Marignana Arte ribadisce invece l’importanza del rapporto diretto con l’opera; Michela Rizzo, su richiesta dei collezionisti, rinnoverà forse l’appuntamento dell’happy hour con gli artisti, mentre Marina Bastianello, che aveva in programma una mostra online prima che diventasse di moda, la annullerà forse alla luce dell’esplosione del trend.
Punti di vista e prospettive sono inevitabilmente diversi – e per fortuna! – ma si respira una voglia di fare sorprendente, soprattutto in un periodo tanto incerto.
Per queste galleriste l’intraprendenza è sicuramente un importante trait d’union, ma ad accomunarle sono anche la direzione interamente al femminile e l’adesione a Venice Galleries View: il progetto, che ha promosso le sue prime iniziative di gruppo nel 2017, riunisce in tutto nove tra le più importanti gallerie veneziane, e ha l’obiettivo di valorizzare e sostenere l’arte contemporanea sul territorio. L’iniziativa è stata formalizzata proprio in questo periodo, prendendo la veste di Associazione a tutti gli effetti, ed è sempre in lockdown che hanno visto la luce il sito web e il progetto XStorage (di cui abbiamo già parlato in precedenza), un portale virtuale che permette agli interessati di incontrare opere altrimenti inaccessibili e, eventualmente, procedere alle trattative di acquisto.
Quello di XStorage è l’ennesimo esempio di come sia possibile sfruttare una crisi per reinventarsi e reinventare, e rappresenta solo l’inizio di una collaborazione che si prevede più che proficua.
Pochi giorni fa (5 giugno) è stata inaugurata la mostra Materiche, collettiva ospitata negli spazi dell’M9 (di fronte alla Marina Bastianello Gallery), e molti altri progetti collettivi sono in cantiere. Share Happiness ad esempio, che inaugurerà il 13 giugno negli spazi di Alberta Pane, è la prima di una trilogia di mostre che vuole riunire, rispettivamente, galleriste veneziane, italiane e internazionali, e ospiterà diverse opere realizzate dagli artisti delle gallerie gemellate.
L’esperienza del fare rete, che ha già dato i suoi frutti in occasione di eventi passati, ha dimostrato che lo scambio è proficuo non solo per punti di vista e proposte, ma anche nei termini più concreti di condivisione di contatti e collezionisti: visitatori e clienti entrano in contatto con artisti nuovi, le gallerie acquisiscono nuove conoscenze e la sinergia sembra davvero produttiva per tutti. Il modello, che sembra particolarmente vantaggioso alla luce degli eventi recenti, pone le basi per un nuovo sistema, integrato e compartecipato, che nella sua apparente semplicità potrebbe rivoluzionare positivamente l’ambiente artistico cittadino.
Di fronte a cambiamenti tanto repentini molte sono le strategie ipotizzabili e molte le possibili strade da percorrere, ma il primo passo è sempre questione di mentalità: un atteggiamento attento, positivo e curioso, unito a un po’ di coraggio e a uno spirito innovativo, può trarre dalle situazioni più difficili risultati inaspettati.
Queste galleriste ce lo dimostreranno.