Sandro Veronesi, Gianrico Carofiglio, Valeria Parrella, Gian Arturo Ferrari, Daniele Mencarelli e Jonathan Bazzi. Ecco la cinquina, diventata sestina, dei finalisti in lizza per il Premio Strega 2020. Solitamente i libri che giungono a questa fase del più importante premio letterario italiano sono cinque, ma quest’anno a causa di una specifica del regolamento sono stati estesi a sei.
In particolare si è fatto riferimento alla clausola di salvaguardia, regola secondo la quale se i cinque libri che hanno ottenuto più voti sui 660 possibili votanti (400 Amici della domenica, ai quali si aggiungono 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti italiani di cultura all’estero, 40 lettori forti selezionati da 20 librerie indipendenti, 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui 15 circoli costituiti nelle Biblioteche di Roma) sono tutti stati editi da case editrici maggiori, vi è allora la possibilità di estendere la batteria finale a un’opera pubblicata da una casa editrice medio-piccola. La regola era stata introdotta per mitigare l’influenza che i grandi editori hanno sul premio, il quale, oltre a garantire una vincita economica di 5.000 euro, è forse l’unico concorso ad avere un impatto così notevole sulle vendite.
A confermare lo spirito più inclusivo e democratico del Premio c’è proprio la vicenda de La nave di Teseo, casa editrice che in meno di cinque anni è riuscita a conquistare una posizione di rilievo nella produzione narrativa italiana, arrivando diverse volte in finale allo Strega (quest’anno con Il colibrì di Sandro Veronesi, grande favorito). Proprio il “passaggio di classe” della casa editrice fondata nel 2015 da Umberto Eco, Elisabetta Sgarbi, Mario Andreose, Eugenio Lio e altri scrittori italiani – considerata quest’anno dal Comitato direttivo come grande editore – ha fatto si che si aggiungesse alla lista Febbre di Jonathan Bazzi, edito da Fandango. Una sestina in finale, anche se per un caso di ex equo, si era già verificata nel 953, 1960, 1961, 1963, 1979, 1986 e 1999.
Il vincitore sarà annunciato il 2 luglio al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, con diretta su Rai3. Questa la classifica provvisoria delle opere in concorso:
Il colibrì, Sandro Veronesi, La nave di Teseo (210)
Uno dei libri più chiacchierati dell’anno, il grande favorito per la vittoria finale anche alla luce dei voti ricevuti. La vicenda racconta la vita di Marco Carrera, muovendosi liberamente tra passato, presente e futuro. La narrazione segue una linea emotiva lontana da quella temporale, ma che lascia emergere in modo ancora più efficace i drammatici accadimenti che il protagonista deve attraversare.
La misura del tempo, Gianrico Carofiglio, Einaudi (199)
Ritorna Guido Guerrieri, personaggio già noto ai lettori di Carogifiglio, che con quest’ultima apparizione ha inserito l’avvocato in sei romanzi. In questo caso Guerrieri si deve confrontare con il caso di un uomo incarcerato per l’omicidio volontario di un amico della figlia.
Almarina, Valeria Parrella, Einaudi (199)
Due pubblicazioni Einaudi a pari merito al secondo posto. Due uomini per Carofiglio, due donne per Valeria Parrella. La prima è un insegnate di matematica, cinquantenne e vedova; la seconda è un sedicenne rumena, carcerata e con un passato di violenze familiari. Si incontrano nel carcere minorile di Nisida, Napoli, dove una lavora e l’altra è detenuta.
Ragazzo italiano, Gian Arturo Ferrari, Feltrinelli (181)
Ferrari, esordiente a 76 anni dopo essere stato per molti anni grande editore di Mondadori, riporta Feltrinelli in finale, che mancava dal 2015. Il romanzo racconta di una storia di formazione a partire dal dopoguerra.
Tutto chiede salvezza, Daniele Mencarelli, Mondadori (168)
Romanzo autobiografico che racconta dell’esperienza dell’autore, sottoposto a vent’anni a un trattamento sanitario obbligatorio dopo una crisi di rabbia. Insieme alla sua vicenda complessa, le storie commoventi e uniche dei suoi compagni. Si è già aggiudicato il Premio Strega Giovani.
Febbre, Jonathan Bazzi, Fandango (137)
E infine il finalista aggiunto, che nel suo romanzo d’esordio racconta la vicenda autobiografica: dall’infanzia difficile trascorsa nella periferia milanese di Rozzano fino ai mesi del 2016 in cui ha scoperto di essere sieropositivo.