Estroso, innovatore, geniale, esibizionista: il documentario Serge Lifar, a passi di danza verso il futuro, inonda mercoledì 10 giugno alle 20.30 su Rai5, racconta il maitre de ballet attraverso le parole di quelli che lo hanno conosciuto. Serge Lifar fu una figura unica di artista, la cui esistenza ha attraversato la storia del novecento nelle sue fasi cruciali, dalla rivoluzione d’ottobre, al nazismo, al dopoguerra, fino alla morte nel 1986.
Il documentario franco-ucraino del 2016 (titolo originale, Serge Lifar. A revolution in dance)oltre che di interviste, è ricco di foto e video rari e antichi di coreografie, prove in sala, spettacoli, costumi, scenografie, ma anche di immagini di personaggi celebri, momenti e luoghi entrati nella storia. Tutto ruota intorno ad uomo, Lifar, nato nel 1905 a Kiev (Ucraina) in una famiglia benestante, che ha visto cambiare brutalmente il suo destino a causa della rivoluzione bolscevica.
Divenuto danzatore a 16 anni, quando sembrava ormai tardi per una disciplina che richiede una solida preparazione tecnica, Serge approda a Parigi seguendo un destino rocambolesco che lo porterà a dirigere l’Opera e a rivoluzionare la danza ottocentesca in una nuova forma di balletto neoclassico di matrice russa.
Personaggio eccentrico e mondano, bello e atletico, Lifar stringe amicizia con Coco Chanel, che disegnerà i costumi dei suoi balletti, con Picasso, che lo aiuterà nelle scenografie, con Paul Valery, Jean Cocteau, Josephine Baker. Il rapporto controverso con il nazismo, a tratti di sfida con Hitler stesso e in altri momenti di maggiore conciliazione, lo porterà ad essere accusato di collaborazionismo prima, per essere riabilitato e osannato poi. Resta al centro della sua vita la passione per la danza, che ha sempre anteposto a qualunque cosa, rivendicandone la superiorità sulle altre discipline artistiche