«Per Max Bill (…) la pittura, prima di essere espressione, è visualità. Una visualità che definisce spazi e forme in aristocratici equilibri vibranti per tradurre visibilmente in atto la sua convinzione che l’organizzazione matematica è un mezzo efficace per liberare il colore dalla concretizzazione materiale, per esaltare la valenza timbrica del suo ritmo su una superficie piana».