Magari, il primo film diretto da Ginevra Elkann, presentato lo scorso agosto al festival di Locarno, dal 21 maggio è disponibile in streaming su Raiplay
Ginevra Elkann insieme a Chiara Barzini firma anche la sceneggiatura di Magari – suo primo lungometraggio – che arriva (causa pandemia) al pubblico senza passare dalla sala. Questa idea cinematografica nasce da una conversazione tra le due, come hanno raccontato durante la (video) conferenza stampa del film.
Magari è un racconto in prima persona che può inquadrarsi come un opus novum all’interno dei generi cinematografici. Il fulcro attorno a cui si sviluppa la trama è l’idea di famiglia, lucidamente descritta secondo un doppio registro: quello della realtà, spesso indigesta e traballante, e quello del sogno e della speranza, che fa pensare a come sarebbe se… What if?!
Ginevra Elkann e Chiara Barzini hanno invocato a loro la musa della rimembranza giovanile, dell’epoca pre-digitale, e i sentimenti di tutte quelle famiglia che non sono mai state perfette e cordialmente unite, ma che non per questo hanno abbandonato l’idea che un giorno magari avrebbero potuto ritrovarsi.
A dare animo a questa idea brillante un ottimo cast di attori: Riccardo Scamarcio interpreta il padre Carlo, uno sceneggiatore ancora in attesa della sua consacrazione artistica, accanto a lui Benedetta, una giovane compagna di vita e di creazione interpretata da Alba Rohrwacher.
A Parigi troviamo poi la sua ex moglie, Charlotte (interpretata dall’attrice francese Céline Sallette) immersa in una nuova vita con un altro uomo, con loro anche tre figli avuti dal primo matrimonio.
Tuttavia i protagonisti del film, coloro che ci prestano lo sguardo della storia, sono tre giovanissimi attori non – attori, che grazie alla guida di Ginevra Elkann, hanno interpreto i figli di Charlotte e Carlo, introducendosi nel mondo del cinema per la prima volta. Si tratta di Milo Roussel (Sebastiano), Ettore Giustiniani (Jean) e Oro De Commarque (Alma).
Il film racconta la vita di questa famiglia allargata in un momento complesso, il Natale. In occasione delle vacanze invernali i tre ragazzi si accingono a lasciare Parigi alla volta di Roma, dove ad aspettarli ci sarebbe stato Carlo, pronto per portarli in montagna. Tuttavia un imprevisto lavorativo del padre li farà ritrovare con i Moon Boot ancora ai piedi, dapprima a casa dei nonni all’Eur, e poi in una casa al mare a Sabaudia. In questo frangente di approssimazione e piani dirottati si coglie tutta la fragilità e la contraddizione dei personaggi. Da una parte troviamo i genitori, ciascuno per la propria strada, impegnati in un nuovo e faticoso progetto di vita. Dall’altra parte i figli, gli unici rappresentati dell’amore che fu e di cui si sentono depositari.
È inevitabile notare un’inconciliabilità di fondo tra gli uni e gli altri, ma lo spazio del racconto si apre all’empatia nei confronti di ognuno di loro, rendendo impossibile l’ipotesi di giudicarli. A suo modo provvidenziale l’uscita streaming su Raiplay durante la fase tre del lockdown più lungo e sofferto della storia contemporanea, in cui migliaia di famiglie hanno dovuto convivere, e quindi confrontarsi ogni giorno. Magari si configura come una finestra sul micro cosmo delle famiglie, teso a lenire e a illuminare le dinamiche umane inter parentali.