Due documentari di ambientazione statunitense, Elliott Erwitt, il silenzio ha un bel suono, in prima visione tv, e State of the Art, arte all’avanguardia sono i contenuti di Art Night di venerdì 19 giugno, alle 21.15 su Rai5. Il conduttore Alessio Aversa introduce la puntata con un’intervista al direttore del museo Macro di Roma, Luca Lo Pinto.
Dice Elliott Erwitt parlando di se stesso: “Sono un fotografo con un unico hobby, la fotografia”. In questa frase è racchiusa la sua passione esclusiva, e al tempo stesso vissuta con ironia, per il suo mestiere. Non a caso, Erwitt è divenuto famoso per le sue immagini che ritraggono i cani, “che non fanno storie per essere fotografati e che dopo non ti chiedono una copia”, spiega sorridendo. Ma Erwitt è anche il fotografo dei papi, di Marylin Monroe, delle aziende aeree Air France e Klm, della gente comune per le strade di New York o di Cuba. Ormai novantenne, Erwitt viene raccontato nel documentario dalla sua assistente Adriana Lopez Sanfeliu; ne emerge la figura di un uomo discreto, sornione e innamorato del suo lavoro.
Il 16 ottobre scorso, il Mudec di Milano aveva aperto la mostra “Elliott Erwitt. Family”, che doveva terminare il 29 marzo, ma, come tante altre, ha chiuso prima per l’emergenza Covid. Dal 25 aprile scorso, sul sito del Mudec, sono state pubblicate cinque mini-lezioni della curatrice Biba Giacchetti più una clip finale riassuntiva della mostra. È stata invece, prorogata fino al 12 luglio la mostra “Elliott ErwittIcons”, al WeGil di Roma.
In State of the Art, arte all’avanguardia, i curatori del Crystal Bridges Museum of American Art di Bentonville, in Arkansas, intraprendono un viaggio negli Usa alla ricerca di 102 artisti contemporanei rappresentativi per dar vita al progetto State of the Art. Il film dei fratelli Craig and Brent Renaud si concentra su sette di loro: Linda Lopez, professoressa di arte alla University of Arkansas che crea forme simili a piante; Carl Joe Williams che a New Orleans dipinge porte, rotoli di carta da parati o vecchi televisori con colori molto accesi; Justin Favela di Los Angeles, che trae spunto dalla cultura dei “chicanos” (immigrati messicani) ma anche dalle sale giochi di Las Vegas, città dove è cresciuto; Peter Glenn Oakley di Banner Elk, città del North Carolina, che trasforma il marmo in oggetti del quotidiano; Susie J. Lee di Seattle, che crea video-ritratti da 30 minuti; TeriGreeves di Santa Fé, che applica perline sugli oggetti di uso comune; Vanessa German of Pittsburgh che trasforma piccole bambole nere in simboli del black power. Un’edizione 2020 del State of the Art è stata nuovamente allestita al Crystal BridgesMuseum, dove si entra con ingressi contingentati.