La mostra dedicata a Banksy che avrebbe dovuto aprire al pubblico a marzo è stata posticipata a settembre. A visual protest – questo il titolo della mostra che offre anche un inedito confronto con Raffaello – presenta oltre 90 opere provenienti da collezioni private di tutto il mondo
La mostra posticipata a settembre
A visual protest, la mostra dedicata a Banksy – che avevamo anticipato su ArtsLife a gennaio – avrebbe dovuto aprire al pubblico dal 21 marzo al 26 luglio del 2020. Purtroppo, l’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 non ha permesso agli organizzatori di poter allestire l’esposizione nelle sale del Chiostro del Bramante.
Dopo un certo periodo di silenzio, è giunta la comunicazione da parte di Dart – Chiostro del Bramante, che ha annunciato le nuove date di apertura della mostra. L’esposizione è stata infatti posticipata dall’8 settembre 2020 all’11 aprile 2021.
Oltre 90 opere in mostra
Da Love is in the Air a Girl with Balloon; da Queen Vic a Napalm, da Toxic Mary a HMV, dalle stampe realizzate per Barely Legal ai progetti discografici per le copertine di vinili e CD, saranno circa 90 le opere provenienti da collezioni private che indagheranno con il loro messaggio apparentemente semplice i tanti temi affrontati da Banksy nel corso degli ultimi anni, sui muri del mondo. La guerra, l’ecologia, gli eccessi del capitalismo, i paradossi della società consumistica. E, ovviamente, il razzismo, come nell’ultimo lavoro pubblicato sul suo account instagram e dedicato a George Floyd.
I progetti grafici di Banksy
Insomma, in mostra nessun muro scrostato, “rubato” dal suo contesto originale, come qualcuno potrebbe pensare (ma in mostre passate allestite all’estero in effetti abbiamo dovuto assistere a simili scempi). Forse non tutti sanno che un’altra forma espressiva usata dallo street artist fin dalle origini della sua pazzesca carriera artistica sono le serigrafie o altri progetti grafici multipli (esempio le banconote con l’immagine di Lady Diana al posto della regina Elisabetta), che rappresentano l’evoluzione della pop-art di Andy Warhol.
Spesso i temi di queste serigrafie riprendono quelli delle incursioni di street art sui muri del mondo, in altri casi si tratta di altri soggetti. Solo quelle autenticate dalla Pest Control – ufficio apposito creato da Banksy a tale scopo per difendersi dalle speculazioni – sono considerate autentiche, sia che portino o meno la sua firma (nel secondo caso ovviamente le quotazioni dell’opera aumentano).
C’è poi il Banksy performer – dove il murale rappresenta solo una delle componenti dell’opera, basti pensare all’incursione veneziana o alla performance di Natale – e quello che stupisce con le sue installazioni impossibili.
In questa mostra, le opere saranno accompagnate da un accurato apparato didascalico in grado di contestualizzare ogni singola opera per offrire al visitatore la seconda lettura dell’opera, che spesso l’artista sottende al messaggio visivo immediato.
Banksy in dialogo con Raffaello
Una mostra dove ci sarà molto da vedere ma anche da scoprire, dunque, primo fra tutti l’incontro impossibile tra l’artista sconosciuto “più conosciuto del mondo” e il mito di Raffaello. I visitatori della mostra infatti, potranno anche ammirare, sempre dall’interno del Chiostro, l’affresco appena restaurato di Raffaello, Sibille e Profeti, con una prospettiva straordinariamente insolita, al primo piano, da una grande finestra nella Sala delle Sibille. Di questo corto circuito temporale, che ha alla base la concezione dell’eterna contemporaneità dell’arte, abbiamo diffusamente parlato nel nostro articolo di gennaio che annunciava la mostra, quindi potrete leggere i particolari cliccando QUI.
Le altre mostre in corso su Banksy
Non si tratta dell’unico confronto tra Banksy e l’arte del passato. Proprio pochi giorni fa ha inaugurato una mostra a Sansepolcro con alcune opere dell’artista in dialogo con la celeberrima Resurrezione di Piero della Francesca. Prosegue invece, la mostra di Ferrara sempre dedicata allo street artist, dove non mancano di certo le chicche per i Banksy addicted.
Ovviamente, anche questa mostra non è stata direttamente autorizzata da Banksy – contrario a priori a far pagare un biglietto per la sua arte – anche se immaginiamo che lo street artist sia stato opportunamente avvertito.
La vocazione contemporanea del Chiostro del Bramante
Con questo ultimo progetto, prosegue la vocazione ‘contemporanea’ di DART – Chiostro del Bramante. Negli ultimi anni, oltre alla mostra su Basquiat, ha riscosso un grande successo anche la trilogia di Eccher particolarmente dedicata al pubblico più giovane. Dopo il successo di Bacon e Freud e la Scuola di Londra, realizzata grazie alla collaborazione di Tate, ora è il turno di Banksy. E… di Raffaello!