Sgarbi espulso dall’aula per gli insulti rivolti ai magistrati, e in particolare verso la deputata Giusi Bartolozzi, di professione magistrato
Ci sono Deposizioni e “deposizioni”. Alcune avvolte dalla spiritualità e dalla mestizia, come quella di Gesù immortalata mille volte da grandi artisti, da Pontormo a Piero di Cosimo, da Rosso Fiorentino a Caravaggio. Altre sono simboliche e spesso cruente, come quelle toccate a dittatori come Hitler o Saddam Houssein, o a personaggi storici, come quelle toccate – in effigie – in questi giorni a Cristoforo Colombo o a Winston Churcill.
Una sorta di “deposizione” – più formale che sostanziale, vedremo – è capitata oggi a Vittorio Sgarbi, che ha perso le staffe (per usare un eufemismo) nell’aula della Camera dei Deputati, ed è stato espulso e poi portato fuori a forza da quattro commessi. Una scena che sui social ha dato il via al meme dei raffronti, con il corpo disteso del critico che nella posa plastica rimembrava una deposizione (qui sopra quella celebre di Raffaello).
Il motivo scatenante delle ire sgarbiane? La sua espulsione dall’aula decretata dal vicepresidente Mara Carfagna, che in quel momento presiedeva l’assemblea. Provvedimento scatenato dagli insulti pronunciati da Sgarbi verso i magistrati, e in particolare verso la deputata Giusi Bartolozzi, di professione magistrato. Peraltro, la Bartolozzi quanto la Carfagna, compagno di partito dell’ineffabile ferrarese in Forza Italia. Che in un primo momento si è opposto all’espulsione, investendo le colleghe con parole irriferibili. Sono dovuti intervenire i commessi, con l’estromissione fisica del deputato. Il presidente della Camera Roberto Fico ha chiesto ai questori di aprire un’istruttoria per prendere gli opportuni provvedimenti.