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Le contraddizioni dell’arte contemporanea. Il backstage di “The Square”

Un ritratto dissacrante e satirico del sistema dell’arte contemporanea, perso nei suoi stessi meccanismi. Con The Square, lo svedese Ruben Östlund si è aggiudicato la Palma d’oro al Festival di Cannes 2017. Il documentario di Arte in italiano, attraverso interviste a parte del cast e dello staff, ne ricostruisce il backstage.

“Tutti i miei film partono dal mio desiderio di mettermi alla prova. Mi interessa creare situazioni nelle quali agisco molto male ma ci credo comunque. Devo potermi identificare a una reazione per me ributtante”. Così esordisce Ruben Östlund nel documentario di Arte C’era una volta… The Square, che firma la regia e la sceneggiatura del film svedese più discusso e apprezzato degli ultimi anni. L’autore disorienta lo spettatore, lo mette a disagio per indurlo a riflettere su se stesso e sulla società in cui vive.

The Square (il quadrato) riprende il nome dell’opera da poco acquisita dal Moderna Museet di Stoccolma, in cui lavora Christian (Claes Bang), il protagonista del film. Il lavoro, creato dall’artista argentina Lola Arias, è costituito dal perimetro di un quadrato segnato sui sampietrini del piazzale antistante il museo, uno spazio all’interno del quale ogni persona gode “di eguali diritti e doveri”. Basato su eventi e personaggi reali del jet set culturale contemporaneo, il film getta uno sguardo beffardo sul sistema museale contemporaneo: se il pubblico medio apprezza alcune scene di comicità elementare, chi nel mondo dell’arte ci lavora ben si identifica in dinamiche più sottili e pungenti. In fondo, la domanda da porsi è la seguente: che ne è dell’artista, senza il quale l’intero sistema non esisterebbe?

Il documentario diretto da Manuelle Blanc è disponibile su Arte in italiano fino al 16 luglio 2020.

Elisabeth Moss e Claes Bang in una scena di The Square (2017)

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