Editrice del Corriere della Sera e fondatrice del Fai: è morta Giulia Maria Crespi. Il cordoglio del Paese si stringe attorno a una grande figura della nostra storia contemporanea.
È notizia di questa mattina domenica 19 luglio la scomparsa di Giulia Maria Crespi, nata a Merate nel 1923. Figlia unica di una delle principali famiglie industriali lombarde, l’imprenditrice è riuscita a esprimere la propria voce, unica e personale, al di là delle sue origini o dei due matrimoni vissuti (prima con Marco Paravicini, comandante partigiano scomparso in un incidente d’auto, e successivamente con l’architetto Guglielmo Mozzoni). Due i figli, frutto del primo matrimonio: Luca e Aldo. Della sua istruzione si occupò Fernanda Wittgens, la grande Soprintendente che fece risorgere Brera dopo la Seconda guerra mondiale.
Fu insistendo con il padre Aldo (scomparso in un incidente d’auto, proprio come accadrà tragicamente al nipote molti anni dopo) che nel 1962 Giulia Crespi entrò nella gerenza del Corriere della Sera. Contribuì in prima linea al rinnovamento del giornale, che in quegli anni vide susseguirsi le direzioni di Giovanni Spadolini e Piero Ottone, oltre alle importanti collaborazioni con Pier Paolo Pasolini e Goffredo Parise.
Una, in particolare, la sua grande vocazione: la salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali. Prima con l’attività svolta dal 1965 al 1975 per Italia Nostra, ma soprattutto attraverso il Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano). Fondato proprio nel ’75 insieme a Renato Bazzoni, la storica istituzione prese il via dall’acquisto – ad opera proprio di Crespi, che mise a disposizione anche 500 milioni di lire iniziali – del Monastero romano-longobardo di Torba (Varese). Da lì in poi l’attività a favore dei beni culturali e al sostegno dell’ambiente si è evoluta in maniera macroscopica, portando il Fai a diventare un insostituibile punto di riferimento nel Paese.
Nella nota con cui il Fai la ricorda possiamo leggere:
La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse – si legge in una nota – indicano senza incertezze la strada che il Fai è chiamato a seguire per il bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire.
Così invece il Sindaco di Milano Giuseppe Sala:
La scomparsa di Giulia Maria Crespi priva Milano di uno dei punti di riferimento più precisi e consapevoli della sua recente vicenda storica. […] Il Fai, grazie a lei, è un modello per tutto il mondo di quella cura che il nostro Paese merita.
Anche il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini si esprime a proposito della scomparsa:
Grazie alla sua intuizione, anno dopo anno, migliaia di italiani si sono impegnati con energia e competenza a difesa del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. In questa triste giornata, nello stringermi ai familiari e ai tanti amici del Fai, voglio esprimerle un sincero e commosso ringraziamento per aver portato anche nel nostro paese un modello di partecipazione che ha mostrato negli anni come pubblico e privato, insieme, possono collaborare ed essere alleati, nello spirito costituzionale, per la valorizzazione e tutela del patrimonio culturale.