È morto a Roma all’età di 92 anni Maurizio Calvesi, grande storico e critico d’arte del Novecento.
Avremo modo di occuparci della sua figura con approfondimenti e riflessioni: per ora ne affidiamo il ricordo alla penna dell’amico e collaboratore Alberto Dambruoso…
Apprendo poche ore fa della scomparsa di Maurizio Calvesi, con tutta probabilità l’ultimo dei grandi storici dell’arte italiani del Novecento, tra i più noti a livello internazionale. Avrebbe compiuto 93 anni a settembre. Avevo avuto la fortuna di incontrarlo agli inizi degli anni 2000, quando lavoravo in una galleria d’arte specializzata negli anni Sessanta romani, periodo della storia dell’arte italiana che più di tutti egli contribuì a far conoscere. Mi ricordo come fosse rimasto fin da subito sbalordito della mia conoscenza su quel determinato periodo, tanto da ripetere continuamente alla moglie Augusta che sapevo più cose io di lui! Ovviamente non era vero, ma già questo episodio dimostra la generosità di cui era capace Calvesi. L’anno dopo mi invitò a curare una mostra con lui per il Premio Vasto, dove portammo tutta la Scuola di Piazza del Popolo al gran completo. Insieme a lui da anni collaborava un altro giovane e bravissimo critico, Lorenzo Canova, che oramai aveva preso la sua strada per cui io ero diventato poco prima della mostra di Vasto una sorta di suo assistente. Dal 2008, ovvero da quando m’incaricò di curare con lui il catalogo generale di Boccioni, divenni un suo figlio acquisito, dato che ogni giorno venivo inviato a colazione da lui. È sicuramente stato il periodo più bello della nostra conoscenza, perché proprio a pranzo il Professore era solito raccontare le storie più avvincenti e gli aneddoti più curiosi sul mondo dell’arte: dalla mostra di Boccioni nel 1953 al Palazzo delle Esposizioni, quando l’allora Presidente del Consiglio appena tagliato il nastro girò i tacchi e non degnò la mostra neppure di uno sguardo, passando per la burla dei Modigliani a Livorno, alle stoccate sulla direzione Bucarelli che, sosteneva Calvesi, non si faceva tanti scrupoli a soffiargli la curatela di mostre già confezionate da lui.
È difficile poter scrivere tutto ciò che ha scoperto o riportato alla conoscenza Calvesi, perché la sua mole di studi si estendeva in un arco temporale di oltre cinque secoli: dal Rinascimento fino alla fine del Novecento, non c’è un momento della storia dell’arte che egli non abbia toccato. La competenza e la scrupolosità negli studi erano sempre state delle qualità riconosciute da tutti.
Rimarrà un esempio per tutti coloro che amano la Storia dell’Arte con la A maiuscola.