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Come mai Hideo Kojima, creatore di videogiochi, è nella giuria del Festival del Cinema di Venezia

Hideo Kojima
Hideo Kojima

Hideo Kojima è uno dei creatori videoludici più popolari e influenti della scena internazionale, un visionario che ha saputo trasferire la sua grande passione per il cinema all’interno dei suoi videogiochi. Per questo è stato inserito nella giuria del Festival del Cinema di Venezia.

Sorprende, per chi proviene dal mondo del cinema, la decisione del Festival del Cinema di Venezia di includere nella giuria Hideo Kojima, autore di videogiochi celebri in tutto il mondo. In particolare gli si riconosce la paternità di opere come Death Stranding e Metal Gear Solid, due successi indiscutibili nel panorama videoludico.

Non sorprende, invece, per chi proviene dal mondo del videogioco, il suo coinvolgimento in un evento tanto prestigioso per la settima arte. Nel settore Kojima ha infatti sempre avuto la fama di cineasta mancato, interessato più di ogni altro a una convergenza che avvicinasse l’engagement del videogioco alla grande narrativa cinematografica. Profondità nella storyline, caratterizzazione dei personaggi, intreccio tra parti giocate e sezione raccontate: questi gli ingredienti che Kojima ha miscelato nelle sue opere, creando definitivamente un ponte che unisse le due dimensione. L’obiettivo dell’autore è sempre stato quello di mantenere l’impostazione formale del videogioco, contaminandolo però con un racconto che, per quanto di genere, si avvicinasse il più possibile alla drammaticità attoriale. Un compromesso, in parole povere, tra gameplay e narrativa.

Nobilitare il videogioco e destrutturare il cinema

Death Stranding

In particolare è il suo ultimo titolo uscito, Death Stranding, a consacrarsi come più riuscita sintesi delle due grandi passioni di Kojima. Un’opera matura – sia per competenze artistiche che per possibilità tecnologiche – che bene evidenzia almeno tre elementi a supporto di questa tesi: la ricercatezza sfrenata nella realizzazione di una scenografia che esaltasse la precisa sceneggiatura; il coinvolgimento di volti celebri a Hollywood come Norman Reedus a Mads Mikkelsen e Guilleremo Del Toro; ma soprattutto l’inserimento, oltre ai vari footage durante il gioco, di un cortometraggio conclusivo di 45 minuti, indispensabile per concludere un’esperienza videoludica che non si conclude con l’esaurirsi della parte giocata, ma si estende coraggiosamente fino al compiersi di una trama ben più tratteggiata.

L’autore giapponese è stato inserito all’interno della sezione Venice Virtual Reality del Festival, dove sarà uno dei tre giurati insieme a Celine Tricart e Asif Kapadia. La giuria assegnerà i premi per la migliore opera in VR immersiva, migliore esperienza in VR immersiva e per la migliore storia in VR immersiva.

Death-Stranding

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