9 artisti raccontano attraverso 30 opere il loro rapporto con gli astri, sempre teso tra esplorazione dell’universo e analisi di sé. Orientarsi con le stelle è alla Casa Museo Boschi di Stefano, dal 18 settembre al 31 ottobre 2020.
Guardarsi allo specchio, guardarsi dentro, guadare/si alle stelle. Il rapporto tra l’uomo e la volta celeste, insieme agli astri che la compongono, hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora un’occasione di indagine bidirezionale: da una parte l’uomo alza gli occhi al cielo e sembra trascendere da sé, ma allo stesso tempo questo sguardo sembra quasi tornare indietro, ribaltarsi e indirizzarsi verso le profondità del suo animo. Dinamica complessa che necessita pazienza, certamente, ma che dall’altra parte non richiede altro che due buoni occhi e cieli luminosi. Due elementi che mai sono mancati anche nei mesi passati in quarantena.
Così la Casa Museo Boschi di Stefano, Milano, ha pensato di coinvolgere 9 autori, 6 italiani e 3 stranieri, nella realizzazione di 30 opere fra fotografie, video e installazioni che svelano differenti modi di riflettere sulle figurazioni magiche e poetiche attraverso cui l’uomo, lui stesso prodotto dell’universo, si rivolge e interpreta le stelle. Orientarsi con le stelle è l’eloquente titolo della mostra che si terrà a Milano dal 18 settembre al 31 ottobre 2020.
L’esposizione nasce come naturale proseguimento dell’omonima rubrica online di fotografia, arte e cultura ideata da Red Lab Gallery e condotta da Alessia Locatelli, direttore artistico dell’Archivio Cattaneo e della Biennale di Fotografia Femminile di Mantova, che durante tutto il periodo di lockdown ha dialogato con fotografi e figure significative del mondo della cultura per scoprire il loro rapporto con lo spazio stellare e la natura.
In mostra troveremo dunque opere eterogenee, trasversali pur guardando tutte allo stesso obiettivo.
Alessandra Baldoni propone un dittico e un trittico della serie Atlas. Cartografie del silenzio (2019), immagini essenziali ed evocative che s’impongono allo sguardo per la loro forza magica e perturbante: inviti a ritrovare percorsi interiori, corrispondenze tra Uomo, Arte e Natura;
La norvegese Marianne Bjørnmyr con First Indicative Object (2020) presenta due mappamondi privi di informazioni geografiche illuminati da raggi luminosi orientati in modo diverso: immagini senza tempo, quasi metafisiche;
Il catalano Joan Fontcuberta con il video Milagros & Co. (Miracoli & Co., 2002) mette in gioco con humor la veridicità della fotografia sfidando la fiducia dello spettatore fino a provocare in lui un dubbio critico;
Dacia Manto con Humus Siderale (2020) propone una serie di opere realizzate appositamente per la mostra, dove immagina e fa rivivere il verde che si apriva di fronte alla Casa Boschi Di Stefano quando venne costruita da Piero Portaluppi tra 1929 e il 1931. In una installazione i disegni della natura si trasformano in mappe ramificate illuminate da piccole luci simili alle stelle che compongono una costellazione;
Paola Mattioli presenta la serie Eclissi (1999), incontro magico fra cosmo ed essere umano durante un’eclissi di sole a Sant’Anna di Stazzema. Il pergolato sotto il quale l’autrice si trovava crea e proietta su una tovaglietta decine di piccole eclissi: alla fotografa il compito di coglierne la magia e fissare l’immagine creata dalla natura stessa, per una fotografia che ci ricorda l’imprescindibile legame Uomo-Natura;
Occhiomagico (Giancarlo Maiocchi) con il ciclo L’Ora Sospesa (2006-2009) presenta un lavoro dove il paesaggio diventa il soggetto principale, la natura riacquista un’intensità quasi arcaica, religiosa e mitica, mentre i luoghi perdono le loro connotazioni geografiche e temporali e diventano spazi di silenzio e meditazione;
Edoardo Romagnoli in La luna nel paesaggio (2006-2020) sembra trascinare magicamente sulla terra l’astro lunare, quasi fosse un dardo luminoso che squarcia la superficie terrestre e ondeggia sopra i campi immersi nell’oscurità;
Pio Tarantini con Cosgomonie (2010-2015) riflette sul senso del nostro esistere tra le cose con teatrini fiabeschi creati per immergere lo spettatore in spazi e tempi sospesi e surreali;
Il giovane autore greco Yorgos Yatromanolakis con la recente serie The Splitting of the Chrysalis and the Slow Unfolding of the Wings (2014-2018) indaga, a partire dal ciclo della vita di una farfalla, i misteri e le metamorfosi della natura creando un intimo legame tra fotografia e poesia, tra emozioni e paesaggio.