A un anno dalla morte di Tullio Gregory, storico della filosofia e della cultura, l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma espone parte della collezione di 150 stampe contemporanee dello studioso.
Tra tutti i fogli, che sono stati ripuliti e catalogati, ne sono stati scelti una sessantina per l’esposizione che, gratuita, può rivolgersi al passante curioso o all’appassionato di grafica. Inaugurata il 3 marzo 2020, poi chiusa a causa del Covid, è stata riaperta il 13 luglio e sarà visitabile fino al 19 agosto. Divisa in tre sale, è accompagnata da un’intervista allo studioso, dove emerge il suo amore non solo per la grafica e l’arte ma per la cultura a 360 gradi: curiosità, competenza e un pizzico di fantasia rendono il professor Tullio Gregory una figura lontana da rigidi schemi.
La collezione è stata donata dalle figlie Paola e Silvia, secondo il desiderio del padre. Le due raccontano di essere cresciute tra le carte ammucchiate in modo disordinato nel suo studio e ricordano l’amore del professore per tutto ciò che è carta stampata. Questa collezione è da pensare, infatti, come il completamento della biblioteca di casa (con volumi di filosofia e testi antichi) lasciata alla fondazione Franceschini di Firenze.
Oltre l’opera d’arte
Tullio Gregory considerava le stampe come oggetti vivi, scelti con cura ma anche frutto di relazioni e amicizie con gli artisti che le realizzavano. Molte opere, infatti, gli sono state donate dagli autori stessi con messaggi di stima e affetto.
Gli artisti in mostra sono molti e molti sono i nomi del panorama internazionale italiano e francese tra la fine del XIX e il XX.
Sempre aggiornato sull’arte e l’editoria, il professore ha selezionato le opere uscendo dai canoni, infatti in mostra si colgono gli stretti legami che aveva con gli artisti, nonché la passione per le stamperie d’arte e le case d’asta più accreditate in cui i fogli erano scelti con grande attenzione. Una delle amicizie più forti è quella con Carlo Lorenzetti che viene messa in mostra con tre opere affiancate con dedica.
Testimonianza di questa amicizia storica è la partecipazione di Carlo Lorenzetti alla collana Colloqui Internazionali del Lessico Intellettuale Europeo, diretto da Tullio Gregory dal 1964 fino al 2007. Qui Lorenzetti ha avuto modo di riflettere, attraverso la propria espressione artistica, sugli stessi temi affrontati da storici della filosofia e della scienza, lessicografi, linguisti, in una feconda collaborazione.
Tratti surrealisti
La scelta delle stampe non è mai solo legata a una predilezione estetica ma mostra una grande attenzione dello studioso ai grandi temi e in particolare quello dell’uomo moderno: «manichino, sopraffatto dalle proprie angosce, ricorrono infatti personaggi ibridi tra il magico e l’ironico, frequenti le figurazioni fantastiche, un po’ oniriche, legate al mondo della magia e dell’occulto.»
Tra fantasia, visioni e maschere troviamo Alfred Kubin, Mirando Haz e le acqueforti acquerellate di Joaquin Roca Rey dove uomo, animale e macchina si uniscono in modo indissolubile.
Tra grafica e testi
Grande amante dei libri, come testimonia anche l’intervista che è presentata in mostra, Gregory affianca alla sua passione per i libri quella per la grafica includendo nella sua collezione i testi degli intellettuali più controversi del Novecento nelle edizioni d’arte con incisioni a colori di Jacques Villon (1960) per À Poèmes Rompus di Max Jacob o la piccola acquaforte di Jean Fautrier (1947), che accompagna il testo di Georges Bataille, L’Alleluiah. Catéchisme de Dianus.
I grandi nomi internazionali
Una grande varietà di tecniche grafiche è affiancata ai numerosi maestri internazionali come Picasso, Braque, Moore, Guttuso, e i maggiori artisti astratti e informali da Victor Pasmore a Antoni Tàpies.
L’esposizione contenuta e intima permette di osservare un panorama artistico ampio di esperienze grafiche in relazione alla grande personalità di Gregory che, con gusto e molta attenzione, ha raccolto nella sua vita piccoli capolavori grafici.