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The Pink Lemonade. Come fare milioni di followers su Instagram postando opere d’arte

Gab-Bois @gabbois
Gab-Bois @gabbois

In questi mesi di lockdown abbiamo assistito a un congestionamento delle bande larghe di tutto il mondo. La clausura forzata ha spinto le persone ad affacciarsi alla finestra digitale, anche quelle che fino ad allora ne erano rimaste ai margini.

Anche per il mondo dell’arte (come abbiamo avuto modo di approfondire profusamente in questa rubrica) sono stati tanti gli interpreti di questa nuova modalità di fruizione. Dalle case d’asta alle gallerie, passando ovviamente per gli artisti.

Già, gli artisti. Categoria che non avendo modo di esporre pubblicamente ha comunque in canna una chance particolarmente interessante, quella di mostrare virtualmente le proprie opere. Ad alcuni è andata bene, mentre altri sono rimasti praticamente invisibili, forse a causa di algoritmi sempre più selettivi, forse perché completamente sprovvisti di una bussola per orientarsi nel mare sconfinato dei social media.

Il primo appunto che mi viene da fare è che usare il digitale per veicolare un’opera fisica va bene ma alla fin fine è quasi improprio. La fotografia o il video difficilmente potranno rendere giustizia ad un lavoro fisico che è fatto di materia, di odori, di tridimensionalità. Forse il social media e il digitale sono più appropriati a chi ha già compreso come adoperarli, a chi ad esempio progetta opere che nel digitale nascono e lì restano. Ci sono molti artisti, illustratori, plasmatori della materia immateriale, che stanno raccogliendo un seguito potente soprattutto tra le nuove generazioni. Chi usa il web per fare semplice e-commerce diciamo che sta sfruttando solamente una delle tante potenzialità a disposizione, e lo sta facendo un po’ in ritardo.

Ho deciso di invitare qui al Motel Nicolella allora un giovanissimo ragazzo siciliano che, per quanto riguarda la faccenda italiana, ha sbancato tutto. Si chiama Francesco Vullo ed è un artista. È fondatore di tre tra le pagine Instagram più seguite a tema arte. La sua creazione più riuscita si chiama The Pink Lemonade. Una piattaforma che raccoglie le cose più interessanti postate in rete, da lui selezionate. Quasi due milioni di follower all’attivo.

Ho provato a chiedergli come ci è riuscito.

Vasjen Katro @vasjenkatro

Chi c’è dietro alla pagina da quasi due milioni di follower che racconta l’arte su Instagram? Quando hai iniziato ThePinkLemonade, e soprattutto, come hai fatto???

The Pink Lemonade nasce nel febbraio del 2016. Frequentavo l’ultimo anno della triennale in Illustrazione a Milano e, proprio durante quel periodo, cominciai a rendermi conto delle potenzialità dei social media, soprattutto di Instagram. Utilizzavo il mio profilo personale come un portfolio, condividendo i miei lavori e il lavoro di altri artisti che ispiravano la mia ricerca. Purtroppo o per fortuna, gli utenti che seguivano il mio feed non prestavano particolare attenzione alle didascalie sotto i post e tendevano a creare confusione tra la mia produzione personale ed il lavoro degli altri (nonostante citassi sempre i rispettivi autori).

Consapevole del fatto che questa situazione a lungo termine, poteva risultare penalizzante, ho deciso di aprire un nuova pagina dedicata esclusivamente alle arti visive e a tutti quei contenuti che trovavo curiosi e interessanti. Un archivio in costante aggiornamento che raggruppa lavori di artisti da tutto il mondo.

Posso chiederti se stai monetizzando questo immenso pubblico, e se sì come?

Per lo più lavoriamo con realtà e istituzioni del settore, musei o gallerie. Collaboriamo anche con brand e, soprattutto in questo caso, è una nostra priorità quella di non alterare mai il DNA di The Pink Lemonade. Vengono scelti i progetti che possono funzionare con l’identità della pagina e che ne rispettano la visione e relativo immaginario.

Brad Downey @bigtimebrad

Come credi stia evolvendo il mondo di Instagram per l’arte e gli artisti? Il nuovo algoritmo sembra penalizzare molti contenuti e diventa difficile crescere, qual è la ricetta che senti di consigliare?

Ormai non abbiamo più bisogno di ulteriori conferme: Instagram oggi è il social network più utilizzato da chi si occupa di arti visive.

La possibilità di arrivare a centinaia di migliaia di persone utilizzando il proprio smartphone è qualcosa di semplicemente straordinario e di questo se ne sono ormai resi conto un po’ tutti, sia artisti che gallerie. Quello che ancora oggi sembra particolarmente difficile è invece fare delle previsioni sul futuro; infatti l’universo dei social è in continua evoluzione e cambi di algoritmo e aggiornamenti sono costanti. Non essendoci una regola ben precisa che garantisca il raggiungimento di risultati ottimali, mi sento di consigliare (anche se può sembrare abbastanza scontato) di focalizzare la ricerca sulla qualità dei contenuti e di costruire una propria identità riconoscibile. Anche la costanza ha un ruolo chiave. Riuscire a trovare il giusto equilibrio tra quantità e qualità dei contenuti è sicuramente un buon punto di partenza. Sulla base della mia esperienza con TPL posso suggerire anche che una corretta analisi delle caratteristiche del proprio pubblico e l’interazione con la community possono sicuramente tornare utili.

Untitled – Francesco Vullo

Social a parte, tu sei soprattutto un giovane artista, dove possiamo trovare i tuoi lavori? Hai in ballo qualcosa per l’autunno nonostante il lockdown?

Esatto, quello delle pagine è un progetto parallelo molto importante ma l’attività a cui mi dedico principalmente è la mia produzione artistica.

Ho cominciato come illustratore per poi avvicinarmi negli ultimi anni alla scultura. Parte dei miei lavori si possono trovare sul mio profilo instagram @fra_vullo e presto anche sul mio nuovo sito www.francescovullo.com (coming soon). Purtroppo l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, rende quasi impossibile fare programmi a lungo termine. In questo periodo mi sto focalizzando particolarmente sulla ricerca e la produzione dei nuovi lavori.

Empathy – Francesco Vullo

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