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A Parma il ruggito di Antonio Ligabue raggiunge Michele Vitaloni

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Antonio Ligabue, Vedova nera, 1951, olio su faesite, cm 102×134

Palazzo Tarasconi a Parma, dopo un importante restauro, apre i suoi sotterranei alla mostra Ligabue e Vitaloni. Dare voce alla natura. Esposti 83 dipinti e 4 sculture di uno dei più geniali autori del Novecento italiano, insieme a 15 opere plastiche di Michele Vitaloni, che con l’artista di Gualtieri condivide lo stesso spirito vitalistico verso il mondo naturale e animale.

È negli anfratti labirintici del Palazzo che trova espressione lo spirito di due artisti di generazioni diverse: Antonio Ligabue, nato a Zurigo nel 1899 (morto a Gualtieri nel 1965) e Michele Vitaloni nato a Milano nel 1967. Augusto Agosta Tota, presidente della Fondazione Archivio Antonio Ligabue, e amico di Ligabue per dieci anni, sceglie di affiancare ai dipinti di Ligabue, le opere plastiche del contemporaneo Vitaloni perché riconosce in quest’ultimo lo stesso spirito energico con cui Ligabue dava vita ai suoi animali selvaggi. Ligabue si inventa una sua foresta, mentre Vitaloni affronta il tema della morte degli animali. Inoltre, i due artisti condividono l’idea che la brutalità animalesca sia da sempre insita nell’uomo.

Palazzo Tarasconi, allestimento mostra Ligabue&Vitaloni. Dare voce alla natura, 2020

Michele Vitaloni, rappresentante della Wildlife Art, vive metà dell’anno immerso nella fauna africana per studiarne le specie animali. Queste vengono riprodotte con uno stile iperrealistico, così da trasmettere l’emozione, che lui stesso prova, di trovarsi di fronte a un animale selvaggio. Le sue sculture non sono trofei da appendere, ma frammenti di un mondo troppo spesso brutale. Tuttavia, i suoi animali non sono aggressivi, bensì pronti a scattare. Le sculture di Vitaloni sembrano apparizioni e incarnazione degli animali ritratti da Ligabue: quanto Ligabue aveva solo immaginato e studiato dai libri, Vitaloni lo restituisce ai nostri occhi come vivo.

Antonio Ligabue è artista ancora oggi non pienamente riconosciuto, nonostante le sue opere vengano vendute a migliaia di euro. La commissione curatoriale ha voluto sottolineare quanto Ligabue non sia da considerare artista naïf perché di fatto inclassificabile e la sua arte irripetibile. Artista solitario, si è dedicato alla rappresentazione del mondo contadino della bassa padana e a quello animale, soprattutto selvaggio. Molte le scene in cui raffigura animali nell’atto di azzannare la preda o combattere; in mostra, ad esempio, “Leopardo che sbrana una scimmia” (1948) e “Combattimento di galli” (1956). Nell’antica ghiacciaia sono raccolti i noti autoritratti del pittore: dal primo realizzato nel 1941 su richiesta di Bartolini, quando il pittore è rinchiuso all’ospedale psichiatrico di San Lazzaro, sino agli ultimi degli anni Sessanta. Esposto anche, il celebre “Autoritratto con mosca” (1960). In Ligabue la vita è più forte della forma: egli scarica sulle tele la sua vitalità e la sua forza, che si può cogliere anche nel modo in cui tratta la materia. Spessi strati di colore vengono incisi dal pennello con violenza.

 

Antonio Ligabue, Autoritratto con mosca, 1960, olio su tela, cm 70×50

Particolarità dell’esposizione è la scelta di privare i dipinti delle cornici originali e dei vetri. Al loro posto semplici cornici marroni, uguali per tutte le opere. L’assenza del vetro è un invito a immergerci nelle tele di Ligabue, con il corpo e con lo spirito, per cogliere appieno la potenza energica della sua arte e per sentirci sopraffatti dall’aggressività dei suoi animali che sembrano saltarci addosso o venirci incontro da un momento all’altro. A favorire il coinvolgimento emotivo e sensoriale, infine, suoni di sottofondo che sembrano provenire dal mondo animale e naturale: ronzii di mosche, versi di animali, fruscii.

La mostra è ideata e realizzata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi, organizzata dal Centro Studi e Archivio Antonio Ligabue di Parma, promossa dalla Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma, ed è inserita nel calendario d’iniziative di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+2021. Dimostrazione dell’urgenza per il mondo della cultura di sviluppare rapporti multidisciplinari e sinergie tra pubblico e privato, è l’istallazione presso Fidenza Village di un piccolo spazio per ospitare l’opera di Ligabue “Leopardo su roccia”, dal 16 settembre al 1º novembre 2020, come continuazione della mostra in corso a Parma.

 

Palazzo Tarasconi, ghiacciaia con autoritratti, Ligabue&Vitaloni. Dare voce alla natura, 2020
Michele Vitaloni, Leopardo, 2015, fusione in bronzo e dipinto ad olio, limited edition n. 9, h. 62 cm

 

Informazioni

LIGABUE E VITALONI. Dare voce alla natura

Parma, Palazzo Tarasconi (strada Farini 37)

17 settembre 2020 – 30 maggio 2021

Orari:
martedì-domenica, 10.00-19.30
La biglietteria chiude un’ora prima
Lunedì aperta solo su prenotazione per i gruppi

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