In libreria un volume celebra la figura della geisha con le stampe dei grandi maestri dell’arte giapponese, da Utamaro e Eizan
Con mostre di successo in tutta Italia, negli ultimi anni abbiamo imparato a apprezzare le immagini del mondo fluttuante (ukiyo-e) e i grandi maestri che hanno dato vita durante il periodo Edo a queste opere d’arte, da Utamaro a Hokusai. Stampe raffinatissime, realizzate con grandissima abilità tecnica, hanno proliferato nel periodo Edo durante il quale le trasformazioni economiche e sociali, la progressiva urbanizzazione della capitale e la comparsa della stampa contribuiscono alla formazione di un vero e proprio merctao del libro. Tecnica prediletta quella della xilografia (la stampa tramite matrici di legno intagliato).
Questi elementi hanno favorito lo sviluppo di una letteratura popolare: combattimenti eroici, racconti d’amore e storie di genere fantastico, e i personaggi di questi mondi iniziano a prendere volto, dagli intrepidi eroi alle “belle donne”. La figura femminile diventa centrale nell’arte dei bijin-ga (immagini di belle donne, per l’appunto) e gli artisti la ritraggono in tutte le sue incarnazioni: fanciulla, madre di famiglia, poetessa e geisha.
Kitagawa Utamaro, uno dei massimi maestri del periodo, esplora i visi femminili, le sue espressioni e i suoi dettagli, rivoluzionando la maniera di rappresentarla. Utamaro rappresenta l’universo femminile in tutta la sua diversità, ma in particolare verrà ricordato come il pittore delle “case verdi” (ovvero le case di piacere) di Yoshiwara.
Grazie al successo delle sue opere quello della geisha diventa ben presto un tema iconografico a sé e molti artisti vi si dedicano con successo, ognuno esprimendo la propria personalità e la prorpia visione personale. Durante il 1700 una serie di editti e restrizioni porteranno al declino di questo genere, che viene letteralmente censurato da un regime conservatore.
Questo genere che vede la figura della geisha coma protagonista assoluta trova però nuova vita nel XX secolo grazie al movimento shin-hanga (nuove stampe) e ad artisti come Hashiguci Goyō, Torii Kotondo e Itō Shinsui. Ma il Giappone è entrato in una nuova epoca, è uscito dal secolare isolamento in cui si era chiuso e l’Europa ha scoperto con stupore e ammirazione l’incredibile reportorio iconografico e tecnico dell’arte giapponese.
La linea sinuosa ma precisa delle xilografie, le tinte piatte e le silhouette eccentriche dei corpi de dei vestiti, accentuate dalle pose serpentine e avvitate: le soluzioni grafice flamboyant di artisti come Kikukawa Eizan diventano così modello fondamentale per lo sviluppo dell’immaginario estetico di artisti come Beardsley e Alec Shanks, che guardano alla grafica orientale per rinnovare l’illustrazione del Vecchio mondo, trasformando le geishe in conturbanti femme fatale o in leziose mannequin.
Questo cofanetto, Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese, raccoglie una selezione delle più famose stampe del genere bijin-ga accomagnate da un libretto con un’introduzione e le didascalie ragionate di tutte le immagini. Il volume (Ippocampo Edizioni) si apre a leporello dispiegando in un unico lunghissimo foglio ripiegato 88 opere dei più grandi maestri: Utamaro, Hokusai, Eizan, e altri ancora. Queste stampe hanno “immortalato” volti, gesti e bellezza femminile in tutte le sue incarnazioni: cortigiane che oziano, fanciulle che si pettinano, madri con i loro figli, poetesse che contemplano la fioritura dei ciliegi… Colori delicati, kimono esuberanti, acconciature e ricchi ornamenti rivelano il virtuosismo e la raffinatezza di questi artisti senza tempo.