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Un amore quasi astratto. Alexej Jawlensky e Marianne Werefkin ad Ascona

Marianne Werefkin, 1909-10. Tempera e tecnica mista su carta fissata su truciolato, 55x73 cm. Collezione privata

Marianne Werefkin, Notte di luna,1909-10. Tempera e tecnica mista su carta fissata su truciolato, 55×73 cm. Collezione privata

Un’inedita retrospettiva della coppia di artisti russi Alexej Jawlensky (1864-1941) e Marianne Werefkin (1860-1938) è in mostra al Museo d’Arte Moderna di Ascona dal 20 settembre 2020 al 10 gennaio 2021. A cura della direttrice del museo Mara Folini.

Compagni di vita, di passioni e di moti dell’anima. Jawlensky (1864-1941) e Werefkin (1860-1938) sono stati due figure determinanti per lo sviluppo dell’arte astratta, oltre che protagonisti di un amore intenso e trasgressivo, sebbene mai legittimato da un contratto matrimoniale.

In 100 opere ordinate cronologicamente, la mostra racconta in maniera esaustiva la vita, gli amori e la carriera dei due artisti russi. Il complesso rapporto tra i due si è sviluppato tra il 1892 e il 1921. Dagli esordi a San Pietroburgo, passando per Monaco di Baviera dove fondarono la Nuova Associazione degli Artisti di Monaco nel 1909, fino agli anni trascorsi nella cittadina svizzera di Ascona, nonché ultima casa della Werefkin.

Figlia dell’aristocrazia russa di cui non condivideva i valori, Marianne Werefkin si oppose presto al progresso della società scientifica in nome di una soggettiva creatività. Si allontanò sempre più dal realismo dei suoi maestri per andare alla ricerca di un linguaggio che comunicasse non più quel che l’occhio vede, bensì quel che l’anima sente.

Questa ricerca, secondo Werefkin, era però prerogativa maschile. Delegò così il suo desiderio di lingua nuova ad Alexej Jawlensky, eleggendosi a sua musa e smettendo di dipingere per quasi dieci anni. Tra i due iniziò un sodalizio che li vedrà insieme per ventinove anni, non senza conflittualità e tormenti, causati soprattutto dalla relazione che Jawlensky ebbe con la governante, da cui nacque un figlio, Andreas, nel 1902.

Entrambi dedicarono le loro vite all’arte più che alla famiglia. Tuttavia, si protessero sempre a vicenda. Anche durante gli anni di ritiro nella neutrale Svizzera. Ascona in quegli anni era polo culturale e patria di accoglienza di artisti in fuga dai conflitti mondiali. Tutt’oggi mantiene un forte legame con la Russia ed è artisticamente molto attiva.

La mostra si snoda lungo otto sale dei due piani del museo, ciascuna dipinta con colori diversi e non casuali, nel rispetto del pensiero degli artisti per cui ogni colore ha una valenza simbolica e spirituale. La prima sala ospita le opere del breve periodo realista evidenziando l’iniziale differenza di abilità tecnica dei due artisti. Jawlensky infatti aveva appena abbandonato la carriera militare per prendere lezioni private in accademia. Werefkin invece aveva ereditato talento e carisma dalla madre pittrice, sebbene cominciasse già a teorizzare una nuova visione dell’arte per cui etica ed estetica sarebbero dovute convivere in armonia.

Alexej Jawlensky, Autoritratto, 1912. Olio su cartone, 53.5 x 48.5 cm. Museum Wiesbaden

Nella stanza successiva, dipinta con il colore della passione, il rosso, avviene il totale distacco dal realismo che lascia spazio ad opere dai colori forti e spesso contrastanti. Tra gli artisti intercorreva una differenza non solo stilistica ma anche simbolica. Come evidente dai due autoritratti, mentre Jawlensky era ancora concentrato su una sua personale ricerca dell’io, la Werefkin era già aperta ad una visione cosmica dell’arte. Le sue opere dimostrano quanto fosse l’antesignana del nuovo linguaggio espressionista che portò a Murnau, sulle Prealpi Bavaresi.

Le produzioni del periodo Murnau sono raccolte nella terza sala dipinta di blu. Qui la maturità artistica della Werefkin è evidente e può essere riassunta in due quadri singolari. Il primo è L’albero Rosso (1910) che raffigura l’albero della vita di un rosso acceso, sotto le cui foglie si trova seduta proprio Marianne Werefkin, in posa contemplativa. Come se si stesse domandando se credere o non credere nella trascendenza, simboleggiata dal blu della montagna in secondo piano.

Marianne Werefkin, Atmosfera Tragica, 1910. Tempera su carta incollata su cartone, 46.8 x 52.2 cm. Fondo Marianne Werefkin, Museo Comunale d’Arte Moderna, Ascona

Il secondo, che rimanda allo stile di Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944), altra figura di riferimento per la Werefkin, è Atmosfera Tragica (1910). Sempre servendosi dei colori rosso e blu e della loro simbologia, l’artista comunica una sensazione di spaesamento. Probabilmente un sentimento che lei in prima persona provava in quegli anni.

Quanto a Jawlensky, era sempre più evidente che il suo mezzo espressivo per eccellenza fosse il colore. Ne danno prova le opere raccolte nella quarta sala, dipinta in giallo, realizzate nel 1911 quando i due amanti, la governante e il figlio illegittimo di Jawlensky trascorsero dei mesi sul mar Baltico.

Alexej Jawlensky, Maturità, 1912. Olio su cartone, 53.5 x 49.5 cm. Städtische Galerie im Lenbachlaus

Dalla quinta sala in poi, i quadri evidenziano un cambiamento ancor più radicale poiché realizzati in Svizzera, negli anni della guerra segnati da povertà e assenza di materiale. I due rimarranno insieme nonostante le loro strade avessero ormai preso direzioni diverse, sia dal punto di vista artistico che sentimentale. Jawlensky diventerà sempre più astratto e geometrico, mentre Werefkin continuerà lungo la strada di un espressionismo più radicale, caratterizzato da continui quesiti esistenziali e terreni.

Dal 1921, la Werefkin, rimasta sola ed abbandonata ad Ascona troverà una riconciliazione con il mondo grazie al suo rinnovato interesse per l’amore francescano. Il percorso espositivo termina con una sala interamente dedicata alle opere di Andreas Jawlensky, figlio di Alexej ed Helena Nesnakomova, che proprio in Svizzera trovò la sua maturità artistica.

 

INFO UTILI

La rassegna è frutto di una collaborazione tra il Museo d’Arte Moderna di Ascona con la Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco e il Museo di Wiesbaden.

Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, Via Borgo 34 Ascona

tel: +41 (0)917598140

email: museo@ascona.ch

sito: www.museoascona.ch

canali social: Facebook @museoascona Instagram @museocomunaleascona

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