Dal 6 settembre 2020 al 28 marzo 2021, presso il LAC di Lugano, è visibile la mostra personale di PAM Paolo Mazzucchelli (1954) Tra le ciglia, curata da Cristina Sonderegger. L’esposizione si inserisce nella visione del MASI di Lugano, da tempo impegnato in una programmazione che mira a rendere più noti a livello internazionale gli artisti del panorama artistico svizzero e, in particolare, ticinese.
Mi guardo dentro per vedere quello che mi circonda
mi guardo attorno per capire quello che mi succede dentro
PAM Paolo Mazzucchelli
L’esposizione non ha come obiettivo quello di ripercorrere in ordine cronologico la produzione complessiva dell’artista, ma piuttosto di proporre una visione tematica di questa, nata da influssi come quello surrealista, espressionista e informale, assieme alla Body Art. Anche gli spunti letterari rivestono grande importanza nell’immaginario dell’artista: da Ibsen a Brecht, da Beckett e il teatro dell’assurdo a Kafka, l’artista crea opere che difficilmente possono inserirsi all’interno di una corrente artistica, abbracciandone diverse.
Le opere atemporali di PAM vengono accomunate dai linguaggi comuni che si fanno mezzi espressivi: la curatrice, in stretta collaborazione con l’artista, opera dunque un confronto trasversale della sua produzione, atto a far dialogare opere lontane, per data di creazione, ma vicine, per soggetti trattati e tecniche. Animali, figure umane – e dettagli di queste, come in Tra le labbra (qui sopra) – e soggetti vegetali invadono le opere, soprattutto di grande formato.
Una caratteristica fondamentale della produzione di PAM è il costante ritorno sui lavori, attraverso gesti che ne modificano il risultato finale: nascondono, alterano, stratificano materiali e linee, ricompongono tracce. Pur essendo un processo lungo e quasi senza fine, ne risulta spesso una gestualità rapida, non perché frutto di un’approssimazione ma perché tenta di cogliere e raccogliere l’urgenza espressiva e, allo stesso tempo, la realtà sfuggente e caotica del mondo.
Grande sperimentatore, l’artista spazia nei materiali: dalla tela alla carta, dalle tecniche di incisione ai pizzi, e anche le performance, dai cui risultati costruisce delle opere figurative, come nel caso di Rhinoceros, 1990-91 e Iguana, 1990-91. Olio, inchiostro, carbone minerale, e varie tecniche miste sono i mezzi attraverso cui l’artista indaga il mondo reale e quello fantastico.
Dagli anni ’90, le sue opere sono caratterizzate dalla costante presenza di motivi vegetali: le dimensioni vengono alterate, a vantaggio di un ingrandimento sproporzionato di fiori e radici, come nel caso di Giardino Immaginario I, Giardino Immaginario II e Giardino Immaginario IV, 2013.
Nella sua opera, il nero è “il colore a partire dal quale conquistare alla fine, con tonalità vigorose, l’intero spettro cromatico” (cit. PAM), catalizzatore quindi di tutti gli altri. Alternando periodi di studio e ricerca a periodi di libertà creativa attraverso la pittura, il disegno e le tecniche incisive, PAM sviluppa un’arte materica, figurativa e astratta, unica nel suo genere. Anche il colore è protagonista del suo immaginario, proponendo al fruitore una realtà più vicina a quella quotidiana, ma da cui si discosta per ciò che viene rappresentato. È il caso del dittico Naga e Hiro, 2008 (qui sotto), e dell’omaggio ai grandi maestri Goya e Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, 2002.
L’esposizione vuole porsi come strumento per conoscere la produzione di un artista inarrestabile, continuamente curioso e desideroso di sperimentarsi in nuove tecniche e con nuovi materiali, per esprimere sentimenti e riflessioni senza dover ricorrere alla parola.
Informazioni utili
MASI LAC
Piazza Bernardino Luini 6, 6900 Lugano
Martedì – domenica 10-17
Lunedì chiuso