Lusso, Calma e Voluttà è un’opera di Henri Matisse che si divide tra citazioni e innovazioni. Ispirata a una poesia di Baudelaire, il dipinto si distingue per un singolare uso della tecnica Puntinista.
La vicenda di Lusso, calma e voluttà ha due inizi. Uno reale, l’altro ideale.
Quello reale è l’estate del 1904, quando Henri Matisse trascorre l’estate illuminato dal sole mediterraneo di Saint-Tropez. È ospite di Paul Signac, nella sua villa poco lontano da Le Lavandou, e con lui discute di pittura. In particolare il tema del momento è la nascente arte Puntinista, di cui il comune Georges Seurat è teorico e principale esponente. Il clima è leggero ma proficuo, così che gli artisti approfondiscono le ricerche neoimpressioniste sulla scomposizione della luce e del colore. È in questo bolla di placidità e arte che Matisse dipinge Lusso, Calma e Voluttà.
Il titolo dell’opera ci conduce al principio ideale del quadro, che trae diretta inspirazione dalla poesia Invito al viaggio di Charles Baudelaire. Qui il poeta francese descrive un’atmosfera amena, dove un inesistente paese si unisce all’amore per la donna amata. Soli inzuppati si gettano sullo sguardo insidioso di lei, in stanze splendenti si miscelano odori di fiori e di corpi, la placidità dell’atmosfera è raccolta nel caldo lume della sera. Tutto è Lusso, Calma e Voluttà. A dominare è un senso di pienezza, di calma completa, di piacere soddisfatto.
Piccola mia, sorella,
quale favola bella
vivere insieme laggiù dolcemente!
Amare a non finire,
amare e morire,
in un paese che a te è somigliante!
Dove i soli inzuppati
di quei cieli imbronciati
hanno per la mia anima l’incanto
davvero misterioso
del tuo sguardo insidioso
che manda lampi pure in mezzo al pianto.
Tutto laggiù è ordine e beltà
tutto è lusso, quiete e voluttà.
Là mobili splendenti
che il tempo fa lucenti
saranno arredo della nostra stanza;
ed i più rari fiori
che mischiano gli odori
con l’ambra tenue, con la sua fragranza,
i soffitti sontuosi,
gli specchi luminosi,
tutto avrà uno splendore orientale
e all’anima in segreto
sussurrerà discreto
in una dolce lingua sua natale.
Guarda su quei canali
come dormon le navi
avvolte nell’umore vagabondo.
Per i tuoi desideri
giungono qui i velieri,
lasciando porti ai confini del mondo.
E del tramonto i raggi
vestono i paesaggi,
con i canali e la città intera,
d’oro e giacinto, il mondo
in un sonno sprofonda
chiuso nel caldo lume della sera.
Tutto laggiù è ordine e beltà,
tutto è lusso, quiete e voluttà.
La combinazione dei due elementi – La Levandou e Baudelaire – evoca in Matisse un sentimento di soddisfazione totale, che lascia confluire nell’opera in questione. Qui, soggetto e tecnica, meritano uguale importanza nel contesto del dipinto.
Un gruppo di veneri o ninfe sono intende a oziare e divertirsi sulla riva di un ameno paesaggio marino. Si tratta probabilmente della baia di Saint-Tropez, nella Francia del sud. Tra i soggetti emerge chiaramente una tovaglia, elemento che riporta alla mente la Colazione sull’erba di Manet, opera a cui certamente Matisse si è ispirato. In egual misura il pittore ha guardato anche a Le bagnanti di Cezànne, soprattutto per quanto riguarda le figure seminude in piedi, intente ad asciugarsi. I colori tiepidi e l’atmosfera lieve evoca pienamente il senso di edonistica tranquillità suggerito da Baudelaire.
Dall’altra parte la tecnica pittorica si stacca dalla rivisitazione per sperimentare nuove soluzioni. I contorni e le forme si dissolvono in favore di un disperdersi caotico di colore. Cromie sussurrate, pastello, che concorrono in autonomia alla creazione delle figure. Non c’è linea e non c’è segno. La carica espressiva è donata dall’uso irrealistico dei colori, totalmente dediti a suscitare emozione piuttosto che a imitare la realtà. Inoltre la pennellata non si distribuisce a puntini, come avviene appunto nel Puntinismo, ma viene impressa a piccoli rettangoli.
Tra rivisitazioni e sperimentazioni, citazioni e riferimenti, Lusso, Calma e Voluttà si ritaglia così un posto unico nel flusso della storia dell’arte.