Raffaello. L’invenzione del divino pittore, a cura di Roberta D’Adda, è il titolo della mostra allestita presso il Museo di Santa Giulia a Brescia. Apre il 2 ottobre 2020 e sarà visibile fino al 10 gennaio 2021. L’esposizione si inserisce all’interno della rassegna di eventi Raffaello. Custodi del mito in Lombardia, il cui programma propone una serie di iniziative in tutta la regione – tra cui il progetto espositivo al Castello Sforzesco di Milano – in occasione dei 500 anni dalla morte del grande creatore urbinate.
Raffaello Sanzio è dunque il punto di partenza grazie a cui l’anno 2020 vede animarsi varie attività che condividono l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico italiano del periodo compreso tra Cinque e Ottocento. In particolare, a Brescia la Fondazione Brescia Musei ha promosso l’organizzazione della mostra Raffaello. L’invenzione del divino pittore, che raccoglie una collezione di stampe – restaurate per l’occasione –, disegni inediti e oggetti d’arte d’après Raffaello, realizzati da artisti italiani ed europei, di proprietà delle collezioni civiche bresciane.
Le oltre 100 opere esposte testimoniano la valenza fondamentale dell’incisione nei secoli scorsi quale mezzo di divulgazione, insegnamento e apprendimento dell’arte. Straordinario imprenditore, oltre che artista dalle infinite sfaccettature, Raffaello è il primo a intuirne l’importanza: per garantirsi la diffusione della sua tecnica, ma anche un introito fisso, decide di ingaggiare presso la sua bottega alcuni incisori, tra cui Marcantonio Raimondi. Le incisioni sono di fatto tra le prime opere del genio a circolare nel territorio italiano.
La prima sala della mostra, tutta immersa nel cartongesso rosso, come la passione e la dedizione degli artisti nello sfruttamento delle loro abilità, mette a disposizione una ricostruzione virtuale e interattiva delle incisioni (di cui sopra un fermo immagine), attraverso cui è possibile comprendere meglio e avvicinarsi a questa pratica artistica. Le successive sette sale tracciano un percorso cronologico, con stampe di Giorgio Ghisi, Carlo Maratta, Orazio Borgianni, Nicolas Dorigny, Raffaello Morghen e la grande impresa di illustrazione delle Logge e delle Stanze Vaticane di Giovanni Volpato.
Degna di nota anche la Scuola di Atene, copia pittorica dal vero di Giuseppe Bezzuoli: è Paolo Tosio, figura centrale e lungimirante nel panorama del collezionismo bresciano, a commissionare l’opera, terminata dopo circa un anno di lavoro.
Uno dei tratti che caratterizza la particolarità dell’esposizione è che l’allestimento non include solamente pezzi finiti, ma anche negativi: tra gli altri, le lastre in rame delle Stanze Vaticane di Pietro Anderloni, pezzi unici e mai mostrati prima al pubblico. In mostra sono presenti anche lavori di Ludwig Grüner, amico di Tosio, che proprio a Brescia dà avvio alla sua carriera di incisore d’après Raffaello.
Paolo Tosio nel 1821 acquista il Redentore raffaelliano e, precedentemente l’Angelo, dipinto dallo stesso. Oggi, i due capolavori sono conservati presso la Pinacoteca Tosio Martinengo, designata come seconda tappa del percorso itinerante all’interno della città. La Fondazione propone infatti tre tappe, luoghi d’interesse per la collezione Tosio e il mito di Raffaello: il Museo di Santa Giulia, la Pinacoteca Tosio Martinengo e Palazzo Tosio, oggi sede dell’Ateneo di Brescia.
In quest’ultimo, dal 3 ottobre fino al 13 dicembre 2020, è possibile visitare gratuitamente la mostra Dopo che si sono stampate a Roma le Logge del Vaticano, tutto ha cambiato gusto, curata da Roberta D’Adda. La galleria delle Incisioni ospita l’allestimento di dodici fogli della serie delle Logge Vaticane, firmati Giovanni Ottaviani e Giovanni Volpato. Inoltre, il recente restauro delle pareti del corridoio ha rinvenuto le iscrizioni – la stessa D’Adda ipotizza opera di Ludwig Grüner – designanti il posizionamento delle antiche incisioni che qui si sarebbero dovute esporre.
Inoltre, la Fondazione Brescia Musei e l’Alleanza Cultura promuovono vari eventi collaterali attorno a Raffaello e al suo mito. Tra gli altri, la proiezione delle incisioni sulla facciata della Pinacoteca l’1, il 2 e il 3 ottobre realizzata da CamerAnebbia; conferenze e incontri con autori che hanno scritto del maestro; la proiezione del documentario “Raffaello. Il giovane prodigio”.
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