La scoperta archeologica nel sito di Faida, nel Kurdistan iracheno settentrionale, vince il premio mondiale per l’archeologia intitolato a Khaled al-Asaad
Si tratta di dieci imponenti bassorilievi rupestri dell’VIII sec. a.C., raffiguranti il sovrano e i grandi dei d’Assiria. Portati alla luce dal team di archeologi “IAMKRI Italian Archaeological Mission to the Kurdistan Region of Iraq”, coordinato da Daniele Morandi Bonacossi dell’Università di Udine, con la Direzione delle Antichità di Duhok, guidata da Hasan Ahmed Qasim.
I pannelli rinvenuti nell’estate e autunno del 2019 sono imponenti, lunghi quasi 5 metri e alti 2. Sulla roccia è raffigurato un campionario straordinario di divinità e animali sacri. Le figure divine rappresentano il dio Assur, la principale divinità del pantheon assiro, su un dragone e un leone con corna, sua moglie Mullissu, seduta su un elaborato trono sorretto da un leone, il dio della Luna, Sin, anch’egli su un leone con corna, il dio della Sapienza, Nabu, su un dragone, il dio del Sole, Shamash, su un cavallo, il dio della Tempesta, Adad, su un leone con corna e un toro, e Ishtar, la dea dell’Amore e della Guerra su un leone.
Parliamo della scoperta archeologica nel sito di Faida (a 50 km da Mosul, Kurdistan iracheno settentrionale), giudicata il più importante ritrovamento archeologico compiuto nel mondo nel 2019, vincitore del premio mondiale per l’archeologia intitolato a Khaled al-Asaad. Morandi Bonacossi riceverà l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2020 il 20 novembre prossimo a Paestum, in occasione della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.
Con i rilievi di Faida, le altre quattro scoperte archeologiche del 2019 candidate per la vittoria nella 6a edizione del Premio sono state: Cambogia, la città perduta di Mahendraparvata capitale dell’impero Khmer nella foresta sulle colline di Phnom Kulen, a nord-est di Angkor; Motza (Israele), 5 km a nord-ovest di Gerusalemme, una metropoli neolitica di 9.000 anni fa; a Roma la Domus Aurea ha svelato un nuovo tesoro: la Sala della Sfinge; ancora in Italia, nell’antica città di Vulci, è stata portata alla luce una statua etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo a.C.