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Vedere volti dappertutto. La pareidolia come fonte d’ispirazione per gli artisti

Arcimboldo, L'ortolano, 1587-1590

 

Ricondurre a profili noti oggetti dalla forma casuale: è la pareidolia, fonte d’ispirazione per artisti come Arcimboldo e Dalì, principale oggetto di studio per il fotografo Claude Mollard. Perché vediamo volti dappertutto? La risposta nel video di Arte in italiano.

Quante volte succede di vedere un buffo profilo sul tronco di un albero, la sagoma di un animale tra le nuvole, un volto sulle facciata di una casa, con le finestre al posto degli occhi? Si tratta di un fenomeno molto comune chiamato pareidolia, o illusione pareidolitica (dal greco εἴδωλον èidōlon, “immagine”, col prefisso παρά parà, “vicino”). In pratica, il nostro cervello tende a dare significato a forme casuali associandole a oggetti noti.

Il fotografo Claude Mollard (Chambéry, 1941) ne ha fatto il fulcro della propria ricerca artistica. Da oltre quarant’anni, impiega la fotografia come mezzo investigativo, muovendosi tra naturalistico e antropomorfico. La sua pratica si sviluppa intorno a un unico asse: scovare i tratti di un volto attraverso molteplici realtà, che appartengano al mondo vegetale o a quello minerale.

Arcimboldo, L’ortolano, 1587-1590

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