Si è conclusa con ottimi numeri la sesta edizione del Festival del Nuovo Rinascimento, dedicata al 500° anniversario della scomparsa di Raffaello. La mostra, parte del progetto Ville aperte in Brianza – tenutosi tutti i weekend da fine settembre a metà ottobre 2020 – ha avuto come protagonista Villa Cusani Tittoni Traversi a Desio.
Il Festival, nonostante il post lockdown, ha registrato il tutto esaurito con oltre 1300 visite, numeri notevoli considerato l’obbligo di prenotazione. Un Nuovo Rinascimento estremamente sui generis quest’anno, con artisti che, dall’Italia e dall’Europa, portano avanti la comune visione della rinascita della società attraverso la Bellezza, il senso della meraviglia e il rifiuto della banalità.
L’idea di un Festival del Nuovo Rinascimento ha preso vita grazie a Davide Foschi, artista e fondatore del Metateismo che pone al centro l’essere umano, la riscoperta del valore del senso della Meraviglia e della Bellezza, riaprendo come nel Rinascimento cinquecentesco la questione dell’importanza della sinergia fra le varie arti.
Proprio come Raffaello, un vero Artista del Nuovo Rinascimento non è infatti solo un abile artigiano plasmatore di superfici bensì un intenso sperimentatore, un vivente laboratorio interiore di forze che collegano cielo e terra, umano e divino. Essere ricordati per sempre, emozionarsi e far vivere emozioni, essere visionari e profeti, rendere la realtà un sogno e i sogni una possibilità, questo è il vero paradigma dell’artista. Fra altri 500 anni ricelebreremo ancora Leonardo e certo non Jeff Koons, sicuramente Raffaello e non Damien Hirst. Occorre quindi ristabilire la realtà delle cose e restituire apertamente e pubblicamente a Raffaello lo scettro del vero Mago Artista.”
(Davide Foschi)
L’event manager del Festival è Rosella Maspero, life coach fondatrice del Metacoaching, metodo formativo che unisce l’approccio all’arte con l’evoluzione personale. Il team dei curatori della mostra è composto dalla giovane e preparata chief curator Alisia Viola, Luca Siniscalco, Angela Patrono, Maria Marchese.
27 gli artisti del Nuovo Rinascimento presenti a rendere omaggio a Raffaello, oltre a due eventi speciali all’interno della mostra: Così vede Foschi, installazione metateista con opere scultoree e pittoriche in dialogo fra loro e la mostra personale di Roberto Venturini intitolata Il Viaggio dell’Anima.
Sono stati chiamati 27 artisti, ciascuno dei quali si è focalizzato su un aspetto in particolare trattato dal Sommo maestro; egli è noto soprattutto come immenso pittore, ma al contempo, si interessò di svariati aspetti, spaziando dall’arte all’architettura, dalla poesia alla botanica. La mostra documenta quanto la presenza di Raffaello sia sempre stata concepita dagli artisti come viva e imprescindibile per un continuo confronto. Ecco allora l’eco del suo mito rinascere nelle sale del meraviglioso contesto neoclassico di Villa Cusani Traversi Tittoni compongono un percorso espositivo sorprendente, in cui il dato storico-scientifico si mescola all’emozione.”
(Alisia Viola, Chief Curator)
Presente in via del tutto eccezionale anche la misteriosa Pietà di Foschi: un’opera non fotografabile, la cui storia di continue trasformazioni è segreta.
Il percorso espositivo
Al piano terra sono esposte le opere di Davide Foschi ed Enzo Cosi, i quali hanno creato un’installazione in cui collaborano scultura e pittura, creando così un’effettiva contaminazione tra le due arti.
Al primo piano, l’esposizione è suddivisa da cinque sale, ognuna delle quali mostra una sfumatura di Raffaello.
In ordine: Io sono tornato, Il mondo delle idee, De rerum natura, Tra visioni e ironia, Donne e Madonne.
Io sono tornato
La prima sala descrive la presenza di Raffaello e il suo passato, partendo dal design di Marco Zaffaroni, artista neorinascimentale che esalta forme ruvide e taglienti in una giocosa commistione tra materiali di riciclo e naturali.
Segue Liliana Russi con il suo Abbraccio Neoplatonico, il cui sguardo angelicato carico di espressività ricorda quello dei dipinti cinquecenteschi.
Presente anche Joe Russo, con le sue particolari opere in tecnica mista, ispirate alle figure mitologiche della fenice e dell’unicorno.
Mirabile la Venere Acefala di Giuseppina Bacci, che porta un’opera non più integra, ma trasformata. La sua nuova forma, lacerata e ferita nelle sue parti mancanti, non ha perso di bellezza e di armonia, ma al contrario la sua carica emotiva è intatta, quasi rafforzata e sublimata.
Proseguendo verso la seconda sala, troviamo una delle grandi rivelazioni di questo Nuovo Rinascimento: si tratta della sedicenne Giorgia Coniglio – tanto “fresca” quanto talentuosa – con la sua opera Raffaello punto fisso nel tempo. L’opera è un’allegoria scanzonata dei giorni nostri, tanto che le sedie del bus sono state create ricalcando la sagoma di una cover del cellulare.
Il mondo delle idee
Nella seconda lo spettatore si addentra all’interno del suo immenso mondo creativo; è la sala più caotica che simboleggia il lato più fantasioso del grande genio di Raffaello.
In essa troviamo artisti come Liliana Grassi, che rende le sue opere vere e proprie creazioni emozionali. In sala sono presenti Stargate, che conduce lo spettatore in un mondo immaginario; Soluzione Alchemica, creazione costituita da cristalli e Homo Mundi, l’uomo posto al centro di tutto.
Uscendo dalla seconda sala, l’occhio si sofferma su un meravigliosa scena de Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. D’altronde, siamo o non siamo ancora nel mondo delle idee?
De rerum natura
La terza sala è dedicata al mondo naturalistico, un mondo che Raffaello analizzò e studiò appassionatamente.
Qui troviamo artisti come Adriano Foschi, il padre di Davide, la cui opera elabora una poetica dello sguardo. Qualcosa che potrebbe essere attribuibile a curve di donna, a un’alba o a un tramonto, ma che rimane perlopiù un paesaggio dell’anima. In sala vi è anche esposta Alice Capelli, con la sua opera Le serpi: nonostante i pregiudizi negativi sui serpenti, in questa creazione simboleggiano l’amore verso la natura e la Terra feconda, creatrice di ogni cosa.
Tra visioni e ironia
La penultima sezione vede esposto il lato visionario del Maestro, come un viaggio introspettivo. Finiscono subito all’occhio le ironiche e dissacranti opere di Sangre, come Busto di Ponzio Pilato o Sangre’s New Dada 61, scanzonata presa in giro a La Scuola di Atene di Raffaello.
Segue la splendida esposizione di Roberto Venturini, che rappresenta una sorta di Divina Commedia dantesca con la sua opera Arrivo in Paradiso.
Notevole anche la sua Inizia Azione:
Donne e madonne
L’ultima parte della mostra è dedicata all’importanza della Donna, in tutte le sue forme umane e non, per Raffaello di primaria importanza.
Qui è notevole la cruenta opera di Nicolò Accaria, Codardia, con la sua potenza del rosso su tela. Un coniglio – simbolo della codardia umana e dell’incapacità decisionale – si delinea sulla tela, con a fianco la sagoma di una donna che si intravede, triste allegoria delle ingiurie spesso subite dal mondo femminile.
Percorso totalmente opposto e decisamente più distensivo quello intrapreso invece da Anna Rita Barbieri, che con la sua Redemption unisce Donna e Madonna, arte classica e rinascimentale.
La mostra si conclude con la dolce e romanzata Golden Dreams di Iris Corvino, che ci riporta ai temi colorati dell’infanzia e dell’innocenza.
Un Nuovo Rinascimento dunque simbolo di ripresa e ricco di belle speranze per il futuro, sforzo coadiuvato di tante persone e varie collaborazioni – anche gratuite – per salvare ed esaltare il mondo culturale, seppure in un periodo così buio. Il risultato sembra grandemente riuscito: la cultura è sold out e riparte da qui.
http://www.festivaldelnuovorinascimento.it/catalogo-2020/