A Milano, presso i Giardini Pubblici Indro Montanelli, vicino a Porta Venezia, un collettivo di attivisti sociali, ha posto vicino alla statua che dà il nome al parco, già stata oggetto di contestazioni e polemiche, un’opera in ferro che rappresenta il rivoluzionario Thomas Sankara, creata dall’artista senegalese Mor Talla Seck.
Sankara è diventato presidente del Burkina Faso nel 1983, a trentaquattro anni. Quattro anni dopo, durante un colpo di stato, è stato assassinato. La targa posta dall’artista Seck sotto alla statua recita: “Dobbiamo decolonizzare la nostra mentalità e raggiungere la felicità”.
L’installazione del monumento, a opera di militanti sociali, tra cui il Centro Sociale Cantiere, fa parte della campagna Decolonize the city, avviata nel mese di giugno 2020 per sensibilizzare su argomenti tanto antichi quanto attualissimi: colonialismo, suprematismo, razzismo e violenza. L’azione è stata documentata attraverso una diretta Facebook che vede gli attivisti posizionare la statua in passamontagna, indisturbati. Senza alcun tipo di appoggio legale, il collettivo di attivisti sociali ha attirato l’attenzione dell’assessore regionale all’Immigrazione e alla Sicurezza, Riccardo De Corato, che asserisce: “questa statua che celebra un leader africano che nulla ha a che fare con la nostra storia”. Lo stesso, discredita l’opera come “atto folle e fuori da qualsiasi regola”.
“Da oggi Milano ha un monumento pubblico realizzato da un artista africano, da oggi i giardini di porta Venezia hanno una statua dedicata a Thomas Sankara, rivoluzionario della Resistenza e della Liberazione al colonialismo”, spiega Centro Sociale Cantiere. Per il collettivo, Sankara è un “simbolo che parla della realtà dello sfruttamento coloniale e neocoloniale europeo in Africa, ma anche della resistenza e della liberazione del Burkina Faso e del continente. Questa statua è un atto di condivisione di sapere, un modo per affermare che non esiste un’unica memoria, un’unica storia e un’unica verità”.
Sankara è celebrato come figura chiave nella liberazione del Burkina Faso dal suo passato coloniale, nel tentativo di avviare riforme sociali che ne cambiassero le sorti in quanto paese povero, poco alfabetizzato e problematico anche a livello sanitario. Durante il suo mandato, durato quattro anni, Sankara aveva dato vita a campagne di vaccinazioni, programmi per la costruzione di infrastrutture per l’educazione e ampliamento della rete dei trasporti pubblici.
La statua è già stata asportata dalle autorità locali, ma il Centro Sociale scrive su twitter:
Rimuovendo la statua hanno realizzato una nuova opera. […] Appuntamento Sabato 24 ottobre 2020, ore 17.00 alla Statua che non c’è. Nuova inaugurazione pubblica e vernissage #statuachenonce