Per la prima volta lo storico Orto Botanico dell’Università La Sapienza di Roma apre all’arte contemporanea
Una delle poche fra le 19 istituzioni del Polo Museale universitario ad aver ripreso le attività al pubblico dopo il lockdown, accoglie l’installazione “Storie di Limnadi. Da Monet a Vian”, a cura di Elisabeth Vermeer, da sabato 24 ottobre al 1 novembre. E una parte delle opere, gli elementi flottanti presenti nello stagno delle piante acquatiche, rimarrà in mostra permanente.
Durante l’inaugurazione, il direttore dell’Orto Botanico, Fabio Attorre, ha annunciato la sua intenzione di fare del giardino e delle sue serre qualcosa di più di un luogo dedicato agli amanti delle piante. Spiega Attorre: “Con la collaborazione del direttore del Polo Museale, Marcello Barbanera, pensiamo di aprire le porte all’arte contemporanea e a un pubblico diverso, sulla scia di quanto sta accadendo negli Orti Botanici europei. Il nostro è un giardino storico, che conserva numerose piante rare e in via di estinzione; e che partecipa a progetti in tutto il mondo. Ora inauguriamo per la prima volta una mostra di questo genere”. E annuncia la prossima ristrutturazione di una delle serre proprio con l’obiettivo di allestire esposizioni di arte contemporanea.
La curatrice Elisabeth Vermeer racconta lo spirito dell’installazione romana site specific, che ha visto la collaborazione di più di trenta artisti da tutto il mondo: “Sul tema delle ninfee e delle Limnadi, ninfe dei laghi e degli stagni, il percorso si snoda in due parti: una dedicata a Monet e l’altra allo scrittore francese Boris Vian, del quale ricorre il centenario dalla nascita nel 2020”. A questo proposito, Vermeer ricorda la trama del romanzo “La schiuma dei giorni” (1947) di Vian, nel quale la protagonista vive una toccante vicenda legata alle ninfee e ai fiori.
Storie di Limnadi. Da Monet a Vian