La magia silenziosa de Le muse inquietanti di Giorgio de Chirico sarà protagonista dell’asta milanese di Arte Moderna e Contemporanea di Wannenes del 24 novembre
Dopo ilrecord d’asta realizzato da Giorgio de Chirico a 15,890,400 dollari da Sotheby’s a New York solo due settimana fa, ora si torna a parlare del padre della Metafisica e del suo mercato. De Chrico sarà protagonista del catalogo di Wannenes del 24 novembre con un olio della serie de Le muse inquietanti.
L’aggiudicazione newyorkese de “Il Pomeriggio di Arianna” ha permesso a de Chirico di fare un balzo in avanti e tornare sulla cresta dell’onda, superando il top price precedente di 14.162.290 dollari (per “Il Ritornante ” del 1918) fermo a diversi anni fa, al 2009.
“Il Pomeriggio di Arianna”, del 1913, ha raggiunto un prezzo così alto per vari fattori. Tra questi sicuramente ha avuto un ruolo decisivo la rarità: è una delle sole otto tele che compongono la serie di de Chirico dedicata alla storia della principessa cretese Arianna. La maggior parte di queste è incentrata su piazze stranamente silenziose, illuminate da una luce onirica e intersecate da ombre lunghe e taglienti. Nelle varie versioni Arianna è nella piazza, con torri e treni che si alzano dietro di lei, piccole figure in lontananza, bandiere che sventolano. Solo due di queste opere – quella in asta e una nella collezione del Metropolitan Museum of Art – raffigurano anche una nave che rappresenta Teseo in partenza dall’isola di Naxos e Dioniso che arriva su un treno a vapore.
L’opera record si distingue da questo gruppo anche per il suo sorprendente formato verticale su larga scala. Di queste otto tele, che risalgono tutte al periodo compreso tra il 1912 e il 1913, cinque risiedono in collezioni museali. Solo tre compresa quella venduta stasera, erano ancora in mani private.
Tornando alla “piazza” italiana, da Wannenes sarà esitata una versione anni Sessanta de Le Muse inquietanti di Giorgio de Chirico (con una stima di 350.000 – 450.000). Secondo gli esperti della maison, questo è uno dei quadri più iconici della metafisica, molto ricercato dal collezionismo internazionale, e capace, quando appare sul mercato, di raggiungere risultati di valore assoluto. Con questo soggetto l’artista aveva iniziato dalla metà degli anni dieci del ‘900 la prima fase della pittura metafisica, il movimento d’avanguardia – insieme a futurismo – più importante dell’arte italiana del XX secolo.
L’artista replica questo tema a lui caro in svariati esemplari perché meglio di altri è capace di evocare quella magia silenziosa legata al sogno e al ricordo che attraverso un linguaggio di stratificazioni simboliche si pone entro ed oltre la visione reale.
Guido Wannenes (AD Wannenes) ha commentato:
La presenza di un’opera così iconica di Giorgio de Chirico come le Muse Inquietanti nella nostra asta milanese dimostra la volontà di essere protagonisti nel mercato globale dell’arte, dove la modernità del XX secolo si confronta in maniera vitale con i linguaggi della nostra contemporaneità”.
Luca Massimo Barbero, curatore della mostra “De Chirico” tenutasi a Palazzo Reale tra settembre 2019 e gennaio 2020, a proposito dell’ultima fase della produzione del Pictor Optimus, a cui questa versione delle Muse Inquietanti fa parte, aveva dichiarato:
Ha torto chi ha visto nelle repliche dechirichiane una pigra operazione di mercato, quasi levantina; interpreta correttamente Maurizio Fagiolo dell’Arco quando la legge ancora come un’operazione nietzschiana. È però certamente l’operazione che ne fa il “teorico della copia per eccellenza” antecedente di Andy Warhol che resta stregato sfogliando il catalogo della mostra del MoMA del 1982 dove, su una doppia pagina, erano pubblicate le diverse versioni delle Muse inquietanti. De Chirico è un artista che – come giustamente nota Giuseppe Marchiori nel 1976 – non è possibile ripetere con i mezzi canonici della pittura: e la grande intuizione di Warhol sta proprio nel ricorrere ad altro, alle sue serigrafie. De Chirico e Warhol, come in una fotografia di Ugo Mulas, si fronteggiano in un gioco di specchi, sono i due padri di una fusione curiosa e improbabile quanto contemporanea, ovvero la metafisica del pop. I dipinti di questo ultimo periodo mostrano un’infaticabile volontà di de Chirico di giocare con le proprie invenzioni, di aggiornarle con le nuovi fonti di cui si nutre: essi riuniscono, in un canto altissimo, tutta l’invenzione e il mistero di uno dei più grandi pittori del XX secolo”.
L’opera più cara venduta in asta della serie de Le Muse Inquietanti è la versione del 1962 venduta da Sotheby’s a Milano nel 2011 nell’asta “Arte Moderna e Contemporanea & Identita’ Italiana un’Importante Collezione Privata”. L’olio su tela di cm 94×63, del tutto simile a quello in vendita da Wannenes, era stimato 500,000 — 700,000 euro ed è stato venduto per 1,016,750 euro.
La prima versione di Le Muse Inquietanti risale al 1917 ed è stata definita dallo studioso dell’artista James Thrall Soby come una delle più importanti opere dipinte dal maestro de Chirico. L’opera fu eseguita dall’artista mentre era ricoverato a Ferrara durante la Prima Guerra Mondiale nel periodo in cui conobbe Carlo Carrà, artista con il quale perfezionò i canoni della pittura metafisica, periodo artistico già intrapreso da de Chirico da qualche anno e durante il quale egli eseguì i suoi lavori più importanti.
La seconda versione dell’opera datata 1924 era destinata a Paul Eluard e a sua moglie dietro loro esplicita richiesta. L’opera fu molto ammirata ed è anche per questa ragione che successivamente de Chirico riprese più volte lo stesso soggetto.
Per riprendere le parole di James Thrall Soby:
Forse più intensamente che in ogni altra opera della carriera di de Chirico, le Muse illustrano l’ambivalente, “metafisica” natura della sua arte dagli esordi. Il dipinto attrae e repelle, illude e spaventa, trasmette un’aura calda e nostalgica, ma allo stesso tempo suggerisce una catastrofe imminente. Non c’è azione; la piazza è immobile, le figure aspettano. Cosa succederà? Non c’è risposta, dato che questa pittura è l’esatto opposto di quei dipinti di banditi [in italiano nel testo] del XVII secolo in cui è prefigurato un finale disastroso. L’immagine di de Chirico -tutta la sua arte- si riferisce direttamente alla contro-logica del subconscio, a quelle zone paludose al margine della mente dove bianche estasi germogliano e le radici della paura sono profonde e scure come cipressi”. (J. Th. Soby, Twentieth Century Italian Art, New York, 1949, pp. 20-21).
Al momento della pubblicazione, il catalogo non è ancora stato pubblicato sul sito della maison. Con l’entrata in vigore dell’ultimo DPCM del 3 novembre 2020 l’asta si svolgerà esclusivamente con offerte via internet, per corrispondenza, e-mail e telefono.
A giorni sarà possibile sfogliare il catalogo qui: