Le importanti opere concesse in comodato dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. Inn arrivo anche dipinti di Emilio Vedova e Armando Pizzinato
Non si limitano ad intrattenere i propri ormai distanti visitatori con iniziative online, i musei italiani in tempi di coronavirus. C’è qualcuno che approfitta delle sale vuote per riorganizzare e magari ampliare le proprie collezioni, per presentarsi al meglio al momento della ripartenza. Fra questi c’è il Museo del Novecento di Milano, che nelle more “pandemiche” annuncia che le proprie collezioni si arricchiranno – per un arco temporale che varia dai due ai cinque anni – di importanti opere di Alberto Burri, Emilio Vedova e Armando Pizzinato.
Grazie alla formula concordata con i proprietari del comodato gratuito, negli spazi espositivi all’interno dell’Arengario, in Piazza Duomo, arriveranno in particolare cinque opere capitali di Burri, valutate oltre 25 milioni di euro. Si tratta di “Cellotex” del 1974 (126x91cm), “Ferro SP 2” del 1958/1959 (100×86 cm), “Cretto Nero e Oro” del 1994. E di “Combustione 14” del 1957 (80,5×191 cme “Rosso plastica” del 1961 (76×67 cm).
Le opere del maestro umbro saranno state prestate al Museo del Novecento per tre anni (rinnovabili) dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. Che cura l’eredità culturale dell’artista scomparso nel 1995. Nella scelta della Fondazione, guidata dal presidente Bruno Corà, ha contato molto il fatto che la fruttuosa collaborazione con il Comune di Milano risale direttamente a quando era in vita il maestro Alberto Burri, che realizzò all’interno del parco Sempione il famoso “Teatro continuo”.
Le altre opere accettate in comodato gratuito dal Comune di Milano sono “La Lotta” e “Rivolta (Inferno)”, di Emilio Vedova, entrambe di proprietà della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova. E “Canale della Giudecca” di Armando Pizzinato, del 1948.
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