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Svelata l’identità dello street artist Geco. E chissenefrega

Geco

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“Geco, lo street artist più ricercato d’europa”, questi i toni da scoop/film da James Bond dei giornali di cronaca in merito alla notizia che gli agenti nel Nad, il Nucleo Ambiente e Decoro della Polizia di Roma Capitale, sono riusciti a identificare chi si cela dietro l’artista.

“I danni a lui imputabili, in anni di “carriera” sono potenzialmente milionari” [da notare le virgolette], “un vandalo che non ha rispetto per la legge e per il decoro urbano” o ancora “Diabolik de’ Noantri”, insomma dal post di Virginia Raggi che festante ne dava notizia in poi si è scatenato un gran trambusto per nulla. Le scritte Geco sono quasi ovunque in città come Roma, Atene e Lisbona: tag, blockbuster, bianconé, throw up campeggiano in luoghi assurdi, inarrivabili ma anche sui cartelli stradali, nei bagni pubblici, nei giardini. Se mettere il proprio nome, o la propria tag, sulle cose le facesse diventare proprie Geco sarebbe il proprietario della metà di tre capitali europee.
Geco è uno street artist vecchio stile, il classico bomber, uno di quelli che vuole letteralmente riempire ogni angolo possibile e immaginabile con il proprio nome, senza farsi scoraggiare da altezze o difficoltà varie. Ovviamente molti si sono schierati in sua difesa a partire da Frankie hi-nrg mc fino alla pagina Faceboook “Cacciatori di Street Art” in cui è stato rilanciato un post in cui si annunciava una forma di protesta in difesa dello street artist “Mail bombing libera Geco: intasiamo la mail della Raggi con una mail bombing…In perfetto stile GECO. Il testo della mail: «L’arte non si arresta, l’incompetenza sì: Raggi dimettiti, Geco libero!”. Allegate foto della monnezza che ricopre Roma per ricordare alla sindaca di cosa dovrebbe occuparsi”.
Noi il nome di Geco non ve lo diciamo, tanto non è mica un vostro vicino di casa.

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