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Fanny Eaton: la musa Jamaicana che conquistò i Preraffaelliti

Walter Fryer Stocks, c.1859–1860, black, red & white chalk on cream wove paper Walter Fryer Stocks,c.1859–1860, black, red & white chalk on cream wove paper
Walter Fryer Stocks, c.1859–1860, black, red & white chalk on cream wove paper
Walter Fryer Stocks, c.1859–1860, black, red & white chalk on cream wove paper

Non solo visi di porcellana e chiome ramate nelle trame pittoriche dei Preraffaelliti. Tra le muse della confraternita artistica più esclusiva dell’Inghilterra vittoriana spiccano anche i tratti affilati ed esotici di Fanny Eaton (1835–1924). La donna – nata in Jamaica ma trasferitasi a Londra da piccola, subito dopo l’abolizione della schiavitù nelle colonie britanniche – rappresenta un’anomalia estetica nell’immaginario di bellezza ideale britannica, tipicamente bianca (come quella dell’intera arte occidentale, del resto).

Nata il 23 giugno del 1835, Fanny Eaton era figlia di Matilda Foster, schiava impiegata nelle piantagioni britanniche, e probabilmente di James Entwistle, un soldato di stanza in Jamaica. La bambina lasciò la sua terra d’origine negli anni ’40 per giungere a Londra. Qui, una volta cresciuta, intraprese una relazione con James Eaton, conducente di carrozze. Nonostante fosse ammesso, un matrimonio interraziale fu scoraggiato dalla famiglia di lui. Così dovettero accontentarsi di convivere. Tra il 1858 e il 1879, dalla relazione nacquero ben dieci figli.

Spinta dalla necessità di contribuire all’economia della famiglia, Fanny trovò lavoro come modella alla Royal Academy, dove fu regolarmente impiegata dal 1860. Il primo artista che manifestò interesse nei suoi confronti fu Simeon Solomon (1840–1905), artista di origini ebraiche affiliato ai Preraffaelliti. I tratti distintivi di Fanny – mascella forte ed elegante, zigomi alti e pronunciati, occhi a mandorla – ipnotizzarono l’artista, che l’avrebbe poi introdotta nella sua cerchia artistica.

Non era la prima volta che persone di origine africana – che nella Londra del 1800 erano circa 20,000 – rientravano nei dipinti di qualche artista. Ma questi, considerati pittoreschi, venivano spesso trattati come oggetti più che come soggetti. Al contrario Solomon è interessato a Fanny per il suo valore umano, oltre che ritrattistico. Il dipinto The Mother of Moses la rappresenta infatti all’età di 19 anni, momento in cui aveva già due figli: Fanny, la più grande, e James, appena nato. L’opera, conservata al Delaware Art Museum, richiama l’icona religiosa della Madonna con il Bambino. Forse, ipotizzano gli studiosi, è proprio questa la ragione sottostante la scelta di Fanny Eaton come modella: Solomon voleva rispettare il più possibile l’autenticità storica della vicenda biblica. Dopo questa esperienza, l’artista ha usato come modella la donna anche per Judith and Her Attendant (1863) e Habet! (1865).

Simeon Solomon, The Mother of Moses, 1860, oil on canvas
Simeon Solomon, The Mother of Moses, 1860, oil on canvas

Nel frattempo, però, il fascino di Fanny Eaton aveva conquistato anche altri artisti. Su tutti Frederick Sandys (1829–1904), che realizzò diversi disegni dettagliando il profilo seducente di Fanny. Alcuni di questi sono conservati all’Art Gallery of New South Wales, Sydney, Australia.

Un altro artista che impiegò Eaton come modella fu Albert Joseph Moore (1841–1893), un pittore inglese noto per le opere dove immortala figure femminili svogliate e distese, solitamente avvolte in abiti classici. A questo tono si allinea The Mother of Sisera (1861), dove raffigura Fanny come madre del comandante dell’esercito di Cananea – figura tratta probabilmente dalla Bibbia ebraica.

Nello stesso anno, Eaton fu ritratta da Joanna Mary Wells (1831-1861), importante artista affiliata ai Preraffaelliti, che dipingeva spesso con il suo nome da nubile: Boyce. Lo squisito ritratto di Boyce accentua il profilo di Eaton e la sua bellezza grazie a tessuti e gioielli scintillanti, tra cui le perline turchesi. La rappresentazione di Boyce è forse quella che dona più rilevanza a Fanny: qui la sua forza di carattere e bellezza sono congiuntamente espresse.

Joanna Boyce, Fanny Eaton, Yale Center for British Art
Joanna Boyce, Fanny Eaton, Yale Center for British Art

Tra il 1863 e il 1865 Fanny Eaton arriva davanti al cavalletto di Dante Gabriel Rossetti (1828–1882), autore di un su bellissimo ritratto su carta. La modella appare inoltre, sullo sfondo, nell’opera The Beloved (The Bride).

Nel 1867, Eaton apparve nell’angolo in alto a destra di Jephthah di John Everett Millais, considerata l’ultimo dipinto in cui Fanny ha lavorato come modella. Dopodiché sembra infatti scomparire dai dipinti dei Preraffaelliti, nonostante tra il 1874 e il 1879 continui ad apparire nel registro della Royal Accademy. Che si trattasse dell’omonima figlia?

Quel che è certo è che, dopo la morte del marito nel 1981, Fanny fu assunta come domestica in una dimora di Kensington, prima di lavorare come cuoca sull’Isola di Wight. Morì nel 1924, all’età di 89 anni, accudita probabilmente da uno dei suoi figli.

La sua esperienza con i Preraffaelliti è importante ancora oggi per riconsiderare il rapporto tra il concetto di razza e quello di bellezza nell’Inghilterra vittoriana. Infatti, attraverso i dipinti presi in considerazione, la figura di Fanny appare valorizzata, rappresentata in maniera dignitosa e consapevole del suo valore. Molto spesso, invece, i modelli di origine africana venivano considerati alla stregua di un feticcio, una soluzione esotica e stravagante per impreziosire un dipinto.

Albert Joseph Moore, The Mother of Sisera, Tullie House Museum and Art Gallery
Albert Joseph Moore, The Mother of Sisera, Tullie House Museum and Art Gallery
Dante Gabriel Rossetti, Study of a Young Woman
Dante Gabriel Rossetti, Study of a Young Woman

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