Il prefisso “psico” nel titolo dell’opera evoca anche il nesso tra la tensione verso la conoscenza e l’infinita gamma degli affetti (paura, angoscia, dolore, ironia, desiderio) che muovono gli immaginari e le sensibilità individuali e collettive. Con la sua opera Barruchello ci suggerisce come nel sapere non vi sia certezza alcuna, ma si fonda sul dubbio come spunto riflessivo.

La Psicoenciclopedia viene poi definita “possibile”, perchè problematizza l’idea di conoscenza enciclopedica come il titolo stesso ci suggerisce. L’ alfabeto e il montaggio scardinano infatti le connessioni tradizionali tra parole e immagini, decostruendo ogni forma di consequenzialità: la funzione tradizionale della didascalia viene meno insieme al concetto stesso di ordine tematico, dando invece luogo alla possibilità infinita di accostare anche ciò che sembra non poter essere posto in adiacenza. Ogni aspetto del sapere viene vagliato: la politica e la storia, il sogno e il rimosso, la natura e l’ambiente, il racconto e la memoria trovano in quest’opera inattesi accostamenti attraverso l’instancabile curiosità di Baruchello.

Come un ipertesto, la Psicoenciclopedia promuove la partecipazione attiva del lettore alla costruzione di nuovi significati e percorsi inediti e multidirezionali. Articolato in due parti, rispettivamente dedicate al testo e alle immagini, il volume di Baruchello ha una tiratura di soli 250 esemplari e XV prove d’artista.

La Psicoenciclopedia Possibile inaugura la collana Enciclopedia d’artista, nella quale ogni singolo volume sarà insieme opera d’arte, enciclopedia e libro d’artista: una vera e propria collezione di oggetti da esposizione e da consultazione – in edizione limitata – da non perdere.