Le stampe di Hiroshige dei Paesaggi celebri delle sessanta province del Giappone raccolte in un volume che celebra la raffinatezza dell’artista giapponese
Paesaggi celebri delle sessanta province del Giappone è un album illustrato realizzato da Utagawa Hiroshige tra il 1853 e il 1858, in quegli anni il Giappone vive un periodo particolarmente fecondo: la rete stradale è ben svuluppata, i mezzi di lomocozione si moltiplacano e viaggiare per il paese diventa più semplice. Con il prosperare di locande e stazioni di posta gli spostamenti si fanno più frequenti e comodi sia per i commercianti che per i pellegrini. Affari e turismo subiscono quindi un notevole incremento.
Sì, viaggiare! Per la prima volta volta l’intero Giappone si apre ai suoi stessi abitanti, che diventano man mano più curiosi verso la loro terra, le migliaia di isole, le montagne inesplorate e i fiumi che hanno ispirato la poesia classica, e poi ancora i templi, i santuari e lo spettacolo dei ciliegi in fiore e delle foglie degli aceri.
Le stampe di paesaggio diventano quindi per i viaggiatori l’equivalente delle nostre cartoline e delle nostre fotografie: un modo per portare con sé il ricordo di un viaggio, di una scoperta. Oppure diventano l’ispirazione per spingersi verso nuovi itinerari finalmente possibili. Un esempio famosissimo di questo fortunato genere è costituito dalle Trentasei vedute del monte Fuji realizzate da Hokusai.
Hiroshige quindi, realizzando questo album di paesaggi celebri, si inserisce in un filone ormai fiorente da una ventina d’anni, quello del meisho-e, diventandone un attivo promotore e uno degli esponenti più prolifici.
Nato nel 1798 a Edo, la vecchia Tokyo, sin dall’età di quattordici anni Hiroshige riesce a esprimere la bellezza della natura imponendosi presto, assieme a Hokusai, come una delle maggiori figure dell’ukiyo-e. L’artista conosceva benissimo le caratteristiche, le attività e tutti gli scorci della sua città, tanti dei luoghi remoti che ha immortalato nelle sue celebri stampe inevce… Non li ha mai visti. Sappiamo che nel 1841 è stato in viaggio nella regione di Kai, nel 1854 a Kyoto, ma come era uso comume a quei tempi per dipingere quei luoghi non visitati in prima persona si ispirava a opere già esistenti. Paesaggi celebri delle sessanta province del Giappone rientra proprio in questa particolare casistica. Per realizzarlo Hiroshige prende spunto da diversi album di illustrazioni realizati anni primi, tra questi uno dei suoi modelli principali è stato Paesaggi straordinari di montagne e di acque dell’artista Kyokko Fuchigami (1753 – 1816). Ma non si tratta mai di copie, per Hiroshige si tratta solo di modelli, spunti da cui realizzare opere nuove, raffinatissime e eseguite con una perizia tecnica senza precedenti, tali da renderlo l’ultimo grande esponente di questa arte.
Hiroshige rinnova l’arte della stampa adottando un formato verticale al posto di quello – più tradizionale – orizzontale, una decisione che lo porta a prediligere inquadrature inusuali, inedite e con prospettive più audaci. Con l’apertuta del Giappone ai mercati europei la stampa tradizionale andrà incontro a un inevitabile declino, lasciando spazio a colori chimici, nuovi tecniche e alla fotografia.
I famosi paesaggi delle sessanta province del Giappone, pubblicati alla fine della sua vita e raccolti in questo cofanetto (in libraria con Ippocampo Edizioni), ne offrono magnifici esempi. L’acqua, onnipresente nella serie, si declina in mille sfumature, giustificando ancora una volta il soprannome di «Hiroshige il blu». Come gli altri titoli della collana, il libro è fatto a leporello (un unico lunghissimo foglio ripiegato su sé stesso) e inserito dentro un cofanetto con un piccolo e prezioso catalogo ragionato che fornisce i dettagli di tutte le singole opere.